La sua idea è stata letteralmente ribattezzata come un “Airbnb delle ricariche elettriche”: si tratta di Powandgo, startup connessa al mondo dell’energia, ideata da Fabio De Nardi, imprenditore vittoriese di 45 anni, nonché Ceo e presidente di questa realtà, assieme a un socio bresciano.
Ma cos’è Powandgo? Si tratta di una piattaforma dove sono visibili, a chi possiede un’auto a ricarica elettrica o ibrida, gli utenti e le attività commerciali dotate delle cosiddette colonnine di ricarica.
Una piattaforma condivisa, quindi, che racchiude svariati benefici: promuovere l’energia pulita, assicurando agli utenti la ricarica in colonnine private dai costi inferiori. Dall’altro lato, i produttori possono decidere il prezzo della ricarica, mentre le attività commerciali hanno l’opportunità di scegliere di diventare più competitive, installando una colonnina nei propri spazi.
De Nardi in questo momento si trova in America, per presentare l’idea a dei possibili investitori americani, considerato il suo progetto di mantenere l’azienda in Italia e di aprire una filiale negli States.
Prima ha partecipato al CES (Consumer Electronic Show), tenutosi dal 9 al 12 gennaio a Las Vegas, presentando l’idea al padiglione organizzato dall’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, figurando di fatto tra le 50 idee più innovative del Paese, su 2 mila richieste di partecipazione.
Ora, invece, si trova a Los Angeles e lì rimarrà fino a Pasqua, per seguire il Global Startup Program, un’altra iniziativa governativa di accelerazione delle startup, incentrata sulla promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
“Alle spalle ho quasi 20 anni di esperienza – la premessa di De Nardi -. Ho sempre fatto il direttore e dirigente d’azienda poi, nel 2019, ho deciso di diventare imprenditore, inventando il primo ‘letto intelligente d’ospedale’: un’idea, anche in questo caso, partita come una startup, che ha dato vita a un’azienda a tutti gli effetti, che produce attrezzature ospedaliere”.
Quello citato dall’imprenditore è uno “smart bed”, dotato di intelligenza artificiale: si tratta di un letto ospedaliero dotato di sensori in grado di cogliere e interpretare i principali parametri vitali del paziente. Un sistema non invasivo, perché non richiede l’utilizzo di fili collegati al corpo umano: un’idea già presentata qualche anno fa al Global Startup Program di Dubai.
“Powandgo è invece nata quasi per scherzo con un amico: con il Superbonus del 110% era possibile installare le colonnine di ricarica. Ricordo che dissi a questo mio amico, scherzando, che avrebbe potuto venire a ricaricare la sua auto dalla mia attività, a un determinato prezzo a kilowatt. Lui mi rispose, sempre scherzando, che mi avrebbe allora mandato un po’ di gente – ha raccontato -. Da lì mi è venuta l’idea: mi sono informato e ho visto che nessuno aveva pensato e fatto prima una cosa di questo tipo. Quindi mi sono detto: ‘Perché non sviluppare questa cosa?'”.
“Powandgo è un Airbnb delle colonnine elettriche e diventerà un sistema di sharing economy: ora nasce come sistema per ricaricare le auto elettriche, ma consentirà in futuro di vendere e distribuire l’energia a chi la produce. Sta infatti per uscire una legge che regolarizza le community energetiche, grazie a cui tutti potranno produrre corrente e distribuirla – ha spiegato – Come mai mi trovo in America? Il Governo italiano, tramite ICE, supporta le startup all’estero: viene fatto uno screening delle migliori idee. Powandgo è stata selezionata, non esistendo prima una cosa di questo tipo”.
“Dopo la partecipazione a Las Vegas ora, a Los Angeles, sto seguendo un programma di accelerazione, che durerà tre mesi, durante i quali c’è la possibilità di presentare la propria idea ai principali investitori – ha aggiunto – Devo dire che questa idea è esplosa e non mi aspettavo tutto questo interesse”.
“Gli Americani sono molto interessati a questo genere di cose ed è un successo davvero inaspettato: una soddisfazione”, ha concluso.
(Foto: per gentile concessione di Fabio De Nardi).
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