Una battaglia entrata nella memoria nazionale, un evento storico eccezionale dai contorni epici, l’ultimo sacrificio italiano di una guerra militarmente vincente. Oggi, mercoledì 24 ottobre 2018, ricorre il centenario della terza battaglia del Piave, meglio nota come battaglia di Vittorio Veneto, ultimo scontro armato tra Italia e impero austro-ungarico. Dal 24 ottobre e al 4 novembre 1918, dopo la battaglia del Solstizio, gli eserciti contendenti misero in campo le loro ultime energie su quattro fronti: fiume Piave, monte Grappa, Trentino e Friuli.
Il decisivo attacco italiano, fortemente sollecitato dagli alleati americani, francesi e inglesi, ebbe inizio con il “diversivo monte Grappa”, che costò al nostro esercito 25 mila vittime. Dopo i primi giorni di enormi difficoltà, l’impero austro-ungarico si disfece progressivamente a causa delle crescenti tensioni politico-sociali tra le numerose nazionalità presenti nello stato asburgico e per le condizioni fisiche estreme in cui erano ridotti i soldati dell’imperatore Carlo I. La progressiva disgregazione dei reparti e le defezioni tra le minoranze nazionali favorirono la rapida avanzata finale dell’esercito italiano su Trento e Trieste.
Sul fronte del Piave la liberazione dell’alto Trevigiano passò per Pederobba e Valdobbiadene, in particolare a San Vito e sul colle della Montagnola (nella foto sotto), tra Funer e Ponteggio. La mattina del 28 ottobre 1918, infatti, gli alpini italiani diedero il meglio di sé.
A distinguersi maggiormente la 137esima compagnia della 52esima divisione alpini, comandata dal capitano bresciano Francesco Tonolini. Egli perse la vita sulla Montagnola insieme ad una decina di uomini e, grazie a questo gesto eroico il battaglione alpini Bassano, che aveva sfondato il Piave a San Vito, si aprì la strada verso Valdobbiadene, San Pietro di Barbozza e il Vittoriese. I battaglioni Stelvio e Verona, invece, occuparono il monte Cesen tra il 29 e il 30 ottobre 1918, dando un sostegno determinante alle truppe francesi nella liberazione di Feltre e Belluno tra il 30 ottobre e i giorni seguenti.
Quel 24 ottobre 1918, perciò, fu l’inizio della fine, la svolta in una guerra sanguinosa che si concluse dieci giorni dopo, il 3 novembre, con l’armistizio di villa Giusti a Padova e la definitiva resa austro-ungarica.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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