Eventi del Centenario a Vittorio Veneto, il consigliere Santantonio (FI): villa Croze è una cattedrale nel deserto

Riceviamo dal consigliere comunale di Forza Italia Paolo Santantonio (nella foto), riguardo agli eventi legati al Centenario della Grande Guerra a Vittorio Veneto, e pubblichiamo.

Diciamocelo francamente, inter nos, a bassa voce, giusto perché la cosa resti tra le mura di casa nostra e non si sappia in giro. Come facciamo a non provare compassione e anche un po’ di solidarietà per i quattro pregevoli pezzi di scultura romana del primo secolo dopo Cristo prestati dal Museo archeologico nazionale di Napoli alla Galleria civica di Vittorio Veneto?

Sbattuti di colpo dai fasti partenopei di oltre un migliaio di visitatori al giorno, cui sono abituati, alla micragnosa media di un visitatore giornaliero cui li costringono le stanze vuote di villa Croze, rischiano di cadere in una depressione da solitudine che dovrebbe preoccupare in primo luogo quella pasionaria delle arti figurative che è l’assessore vittoriese alla cultura.

Artefice della segregazione in Villa delle quattro bimillenarie statue partenopee, l’assessore Antonella Uliana da vita, con questa operazione artistico-culturale, a quel programma di rilancio della galleria di villa Croze che aveva annunciato nel  gennaio 2016 e che sarebbe dovuto consistere appunto in una “organizzazione di mostre temporanee che possano essere da stimolo per maggiori visite a questo museo”.

Proponimento certamente lodevole quello del compassato ed azzimato assessore alla cultura. Se non fosse che di risultati non se ne vedono neanche a cercarli col lanternino: insomma, dalla padella alla brace, o meglio, dalla “tèga al fasòl”.

Del resto, va ricordato che nel corso degli anni Novanta, quando si prospettò alla città l’offerta della donazione Paludetti e la proposta vincolante della Galleria in Villa Croze, non mancò chi pronosticò con forti argomentazione, purtroppo dimostratesi poi vere, che in quella villa ubicata in quel luogo si sarebbe rischiato di edificare una “cattedrale nel deserto”.

Ed allora credo si debba tornare al cuore vero del problema, che dovrebbe essere affrontato una volta per tutte con determinazione e lungimiranza, ossia il futuro della galleria e la sua ubicazione nel contesto di una necessaria riorganizzazione del complessivo sistema museale cittadino che è dispersivo, frantumato in troppe sedi distanti una dall’altra, incapace di complessivi riscontri positivi in termini di frequentazioni e ricavi, fonte di costi ormai insostenibili dalla comunità cittadina.

Personalmente non ho i titoli e le competenze per prospettare la giusta soluzione, ma credo che per la prossima amministrazione la riorganizzazione dell’offerta museale comunale debba essere messa ai primi posti dell’agenda politica, valutando magari l’opportunità di concentrare in Serravalle il polo museale civico artistico-culturale, fermo restando lo specifico polo rappresentato dal Museo della Battaglia a Ceneda.

Paolo Santantonio

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