Riceviamo dal consigliere comunale di Vittorio Veneto Paolo Santantonio (nella foto), capogruppo di Forza Italia, in merito al consiglio comunale di sabato scorso (qui l’articolo), e pubblichiamo:
Nella notte tra il 4 e il 5 giugno scorso, a mezzanotte e mezza, faceva ingresso in quest’aula il recupero dell’area Ex Carnielli.
Ultimo punto all’ordine del giorno, nonostante non vi fossero né termini perentori da rispettare né scadenze improcrastinabili da onorare, imponeva al consiglio comunale, al nuovo segretario, e ai dipendenti impegnati nei servizi di supporto un autentico e sfibrante tour de force che, essendo in prossimità del solstizio d’estate, solo per un soffio non mandò tutti a casa alle prime luci dell’alba.
Il recupero Ex Carnielli ricompare in quest’aula oggi, sabato 4 agosto, alle ore 8.30 del mattino!
I tempi e gli orari di trattazione del recupero Ex Carnielli, imposti dalla giunta o forse più verosimilmente dal titolare della delega urbanistica, sono del tutto inusuali. Lo dico senza dietrologia alcuna. Non ci si deve però stupire se poi prendono corpo ed entrano nel dibattito pubblico curiosità, ipotesi e supposizioni della più svariata natura. Di esse è unicamente responsabile l’autore di quello che oggettivamente può sembrare, ripeto può sembrare, un colpo di mano agostano.
Invito piuttosto ad una riflessione coloro che siedono su quel banco, non certo il sindaco, ormai sempre più incartato su se stesso, assiso sul trono in un iperurànio distante anni luce dalla città e dai cittadini, sempre più infastidito e stizzito anche quando gli vengono avanzate con garbo idee e proposte di buon senso. Siete convinti in cuor vostro, egregi assessori, che questo sia stato il modo migliore di procedere per un problema di tale portata?
Una normale discussione, svolta nei tempi e nei modi usuali di attività del consiglio comunale, con un coinvolgimento delle competenti commissioni consiliari, avrebbe giovato all’importanza di una decisione che sarà essenziale per il futuro della città.
Sia infatti chiaro che quanto decideremo qui, stamane, sotto il solleone agostano che invita a chiudere in fretta per andarsene al fresco del Cansiglio o alla brezza di Santa Croce, potrebbe essere il certificato di morte del centro città, della sua capacità aggregativa in generale e di quella commerciale in particolare. Un tetro, progressivo mortorio, da via Manin all’intero viale della Vittoria, è in agguato dietro l’angolo.
Ricordo le preoccupazioni che avevo evidenziato nel cuore della notte il 4 giugno scorso: “Carta bianca quindi al sindaco e ai responsabili degli uffici competenti, d’intesa col curatore fallimentare. E dopo…, probabilmente, il conseguente dovere del consiglio di approvare tutto quello che lor signori avranno deciso… Dio solo sa, ad oggi, quello che verrà fuori dopo! Tutto vago, tutto indefinito, tutto incerto… Insomma, in corso d’opera si potrà decidere tutto quello che converrà di più”.
Ed ecco ora, puntuale come allora ipotizzato, nero su bianco a pagina 9, un passaggio della delibera odierna sul quale è assolutamente doveroso che ciascuno di noi rifletta: “Il consiglio comunale delibera… (punto 4) di indicare ai fini di una migliore definizione della futura trasformabilità dell’area i seguenti obiettivi… : (secondo trattino -) evitare soluzioni rigide e definitive favorendo invece dispositivi reversibili, trasformabili, che permettono di adeguare continuamente lo spazio urbano a nuove funzioni, anche non previste e non programmate, che sorgano da nuove esigenze sociali”.
Insomma carta bianca perché domani o dopodomani, votata la delibera, “se fae quel che se vol”! Quando mai si è arrivati a riconoscere tanta libertà in corso d’opera in una materia, quella urbanistica, in cui i Comuni sono sempre ligi nei vincoli e nelle direttive programmatorie?
Ma c’è un’altra doverosa osservazione da fare. Perché qui si deve essere flessibili ed evitare soluzioni rigide, mentre solitamente in materia urbanistica si è giustamente ancorati ai vincoli programmatori ? Perché con il potente di turno, perché sicuramente tale sarà almeno sul piano economico chi si farà avanti con la curatela per l’acquisto, perché con il potente di turno si può arrivare a tante concessioni, legittime certo, mentre normalmente si è rigidi sui vincoli programmatori con i comuni mortali?
Quante volte un commerciante, un esercente, un artigiano, un piccolo imprenditore, venendo a palazzo, si è sentito ripetere che le sue esigenze di interventi, magari piccolissimi ma indispensabili per la sua attività, non sono consentiti né possono essere concessi perché c’è il vincolo programmatorio x, il piano strategico ypsilon, la precedente delibera zeta che non lo consentono!
Per i cittadini comuni di solito non c’è la possibilità di ottenere qualcosa al di fuori di quanto previsto e programmato! Ecco, è anche su questo che è bene riflettere. Perché due pesi e due misure?
Nessuno nega il problema Ex Carnielli, la sua gravità, la opportunità di una soluzione. Ma perché tanta fretta, sotto la canicola d’agosto oggi e alle tre di notte la volta scorsa! Perché a un fortunato si fanno tali sorprendenti concessioni che un normale cittadino non può aspirare di vedere non dico con i telescopi degli astrofili del presidente Tocchet a Piadera, ma neanche con quelli ben più potenti della Nasa negli States.
Tra le incertezze, i dubbi, le perplessità che la delibera pone, sottolineo un punto di utilità, almeno per uno dei presenti in quest’aula, l’assessore Costa, che in futuro potrà sbizzarrirsi sulle amate due ruote tra strade e stradine del nuovo centro commerciale, che apprendiamo in delibera sarà pomposamente chiamato “Velodromo Carnielli”.
Paolo Santantonio
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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