Due ospedali trevigiani tra quelli che, all’occorrenza, potrebbero essere dedicati totalmente ai malati di Coronavirus.
Ad annunciarlo poco fa, durante una nuova conferenza stampa, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia.
“La prima cura al Coronavirus è il cittadino, siamo noi veneti – ha dichiarato Zaia – I modelli ci danno delle proiezioni che sono preoccupanti, che rischiano di mandarci in totale emergenza. Bisogna governarli con il saper restare a casa e rispettare tutte le regole, che sono quelle delle distanze e dell’evitare i luoghi affollati, ma anche quelle di non organizzare la cena di condominio, la tombola o “venite a vedere la televisione da me visto che c’è il coprifuoco”: non funziona così. Sono quelle anche della prudenza, precauzionali che si aggiungono a quelle adottate nei giorni scorsi”.
“È come quando si fa la valigia per un viaggio – prosegue Zaia -, a prescindere dalle previsioni meteo di quel posto comunque ci si premura di avere l’abbigliamento per la pioggia, il golfino per il freddo, qualcosa se voglio evitare il troppo caldo: ecco noi stiamo preparando la valigia. Non è necessario poi utilizzare tutto quello che abbiamo in valigia. La valigia oggi ci dice che identifichiamo dei centri Coronavirus in ogni Provincia e sono degli ospedali che diventeranno all’occorrenza totalmente dedicati ai cittadini malati di Coronavirus”.
“Questi ospedali sono – precisa – un’ala dell’ospedale di Belluno, l’ospedale di Vittorio Veneto e l’ospedale San Camillo per Treviso, l’ospedale di Dolo e l’ospedale Villa Salus di Venezia (Serenissima), l’ospedale di Jesolo per il Veneto orientale, l’ospedale di Trecenta per la polesana, l’ospedale di Schiavonia per la zona del padovano, l’ospedale di Santorso per la zona berica-pedemontana, l’ospedale di Borgo Roma e di Villafranca. Non è un interruttore on-off però, nel frattempo, noi ci stiamo attrezzando”.
“Questi ospedali ci permetteranno di avere 1300 posti letto di malattie infettive – conclude -, 212 di pneumologia semintensiva e 206 nuovi posti letto di terapia intensiva. Nel piano che abbiamo fatto abbiamo oltre 800 terapie intensive. Abbiamo esattamente 825 posti di terapia intensiva, 383 di terapia semintensiva, 1777 posti di infettive per un totale di 3000. In più ricordo che abbiamo rimesso in moto le strutture degli ex ospedali, con non poca fatica, con altri 740 posti. Insomma, noi ci stiamo preparando al brutto tempo. Lo facciamo come al solito da veneti, lo facciamo con prudenza, con visione perché i veneti sono sempre abituati ad avere sempre “fieno in cascina”, la tranquillità di avere certezza del futuro”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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