Il colonnello Carlo Cadorna, nipote del Maresciallo d’Italia Luigi Cadorna, l’uomo che comandò il Regio Esercito durante il primo Conflitto mondiale, ieri venerdì 18 novembre è stato ospite al Museo della Battaglia per una conferenza dedicata all’analisi storica della Grande Guerra.
L’evento è stato organizzato dal Comune di Vittorio Veneto in collaborazione con il Comitato di Treviso dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e la Federazione provinciale dei Fanti. Sono intervenuti anche il colonnello Carmelo Raccuia, direttore dell’ISTRIT e il colonnello Lorenzo Cadeddu, presidente del Centro Studi Storico Militari sulla Grande Guerra. Presenti alla conferenza il sindaco Antonio Miatto e l’assessore alla cultura Antonella Uliana.
Carlo si è sempre schierato a difesa della memoria del nonno, Capo di stato maggiore del Regio Esercito, respingendo tutti gli attacchi di chi lo ha criticato per i fatti di Caporetto e accusato di avere mandato i suoi soldati a morire sotto i reticolati avversari, una questione ancora oggi al centro di accesi dibattiti.
“Il generale Cadorna conosceva la storia e sapeva come vincere la guerra – ha dichiarato il nipote Carlo -. Importante è la strategia, la scienza che ti porta alla vittoria. Cadorna attuava una strategia difensiva: non farsi vedere dal nemico, confondersi con il territorio circostante, capire quali sono le vie più semplici e che sicuramente percorrerà il nemico per poterle controllare con il fuoco. Gli elementi fondamentali per una tattica efficiente sono le condizioni dell’ambiente e del terreno dove si combatte”.
“I fattori militanti di un Paese sono la qualità e la quantità delle forze – continua -. I soldati sono quelli che effettivamente conquistano, quindi bisogna fare una particolare attenzione sulla loro preparazione fisica e mentale. Bisogna che usino le loro leve, che valutino il percorso, la posizione del nemico, che capiscano quando buttarsi a terra e fare salti brevi e velocissimi per spostarsi da una posizione coperta all’altra”.
“Importantissima anche la loro motivazione – ha concluso -, devono avere ben in mente la finalità. Il futuro della guerra? Le armi laser”.
Oggi Cadorna era atteso a Treviso per un analogo incontro in programma alle ore 17 nel Circolo Unificato dell’Esercito.
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