Il Comitato Sanità Alta Marca chiede i posti di terapia intensiva a Vittorio Veneto. Benazzi: “Polemiche fuori luogo”

Si mobilita anche il Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana in merito all’emergenza Coronavirus, e naturalmente l’attenzione è rivolta alla mancanza dei posti letto per cure intensive dell’ospedale di Vittorio Veneto, che il comitato rimarca ancora una volta.

Chiediamo che venga aumentata la capacità complessiva del nostro sistema sanitario, e in particolare che venga adeguato alle necessità il numero di posti letto per le cure intensive, anche con l’attivazione di 4 posti letto di terapia intensiva presso l’ospedale di Vittorio Veneto. Ricordiamo che il servizio di terapia intensiva è indispensabile in un ospedale per acuti, per garantire sia interventi tempestivi in caso di immediato pericolo di vita”.

Da anni – proseguono gli attivisti del comitato – i cittadini vittoriesi si stanno mobilitando per ottenere l’attivazione dei 4 posti di terapia intensiva, presenti già nelle schede regionali del 2002, reintrodotti in quelle del 2013 a seguito della raccolta di 15.000 firme e confermati dalla Regione nel 2019, anche a seguito del nostro intervento. Nonostante gli impegni pubblicamente presi dal Direttore Generale, non sono stati ancora realizzati”.

Il comitato precisa che al momento attuale l’ospedale di Vittorio Veneto è l’unico presidio della Marca in cui continua la chirurgia programmata (“day surgery”), “con l’impiego di anestesisti che probabilmente potrebbero essere utilmente redistribuiti nella gestione dei letti di terapia intensiva”.

In relazione alla ipotetica carenza di posti di terapie intensive nelle regioni che costringono i sanitari a volte di fare scelte pesanti il comitato è chiaro: “Se i posti in terapia intensiva sono al di sotto del necessario, chiediamo che la Regione si attivi in fretta per aprirne un numero sufficiente! Sarebbe mostruoso che i risparmi operati a spese della sanità pubblica venissero pagati con l’abbandono delle persone più anziane e fragili!”.

In realtà su questo ci sono state delle rassicurazioni da Ulss e regione. Tuttavia il comitato manifesta dubbi: “Non ci rassicurano le dichiarazioni fatte a livello regionale e provinciale rispetto all’abbondanza di posti nelle terapie intensive. Secondo il bollettino ufficiale dell’Ulss2 datato 8 marzo, nella terapia intensiva dell’ospedale di Conegliano sono ricoverati 5 soggetti con positività per Coronavirus su 6 posti letto attuali (+ 10 previsti come aggiuntivi).

L’aria di polemica non viene gradita all’Ulss, soprattutto in questo periodo e lo sottolinena rispondendo il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi: “Questo è, o meglio dovrebbe essere per tutti, – dice – il tempo della collaborazione e della solidarietà, non delle polemiche. Il nostro sistema sanitario è impegnato in un’emergenza complessa, in cui è a rischio la salute e la vita delle persone. Sono fuori luogo polemiche e richieste cui abbiamo già risposto innumerevoli volte. A cominciare da quella sulla terapia intensiva di Vittorio Veneto, per la cui attivazione, come più volte ribadito è impossibile reperire anestesisti che non si trovano nemmeno per gli ospedali hub.

“Per quanto riguarda i dispositivi di protezione per i medici di famiglia e continuità assistenziale essi vengono distribuiti man mano che ne abbiamo disponibilità. Ultimo ma non meno importante, l’attività di day surgery prosegue all’ospedale di Vittorio Veneto perchè, oltre che dei malati di Covid-19, dobbiamo occuparci anche dei pazienti con altre patologie che richiedono cure” conclude Benazzi.

(Fonte: Comitato Sanità Alta Marca Trevigiana).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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