I lavori per la costruzione del nuovo istituto superiore “Città della Vittoria” di via Vittorio Emanuele II proseguono a ottimo ritmo, al punto che “il prossimo aprile ci potrebbe essere la consegna delle chiavi”, fanno sapere fonti della Provincia di Treviso, proprietaria dell’immobile che sta sorgendo sulle ceneri dell’ex Ipsia nel cuore del Campus scolastico vittoriese.
Tre i corpi che l’impresa Setten sta realizzando, e che pian piano iniziano a prendere forma, soprattutto quello più vicino alla strada principale, sul quale ogni giorno si posano gli sguardi di residenti e curiosi: “I lavori procedono molto bene – confermano dal Sant’Artemio –. Il Corpo A della nuova scuola, quello dei laboratori, è praticamente finito, tanto che a breve ci sarà lo spostamento dei macchinari. Attualmente possiamo dire che il Corpo B è a metà dell’opera, le maestranze lo stanno sistemando. Il C, quello più alto, è in fase di lavorazione ma è a buon punto”.
Pasqua 2025 sembra dunque un orizzonte plausibile per la consegna “chiavi in mano” della scuola, e secondo quanto trapela tale appuntamento potrebbe arrivare anche un po’ prima, ma bisogna pur sempre tenere conto di fattori esterni e imprevedibili come il meteo.
Lo “scheletro” del nuovo Città della Vittoria ha comunque ormai preso forma, e in tanti lo stanno già commentando, a partire dai colori vivaci e da quell’ingresso che un po’, o anche più di un po’, ricorda quello dell’edificio demolito.
La nuova scuola, spiegò dopo la posa della prima pietra il presidente della Provincia Stefano Marcon, è “un’opera all’avanguardia dal valore di 11.783.682 euro, che consentirà alle studentesse e agli studenti di avere a disposizione una struttura completamente efficiente sia dal punto di vista sismico sia energetico, ‘NZEB’ ovvero Near Zero Energy Building, ottimizzata per ridurre i consumi al minimo e, al contempo, tutelare l’ambiente. Al termine dei lavori consegneremo una struttura composta da blocchi a due e tre piani, assemblati a forma di ‘L’, un corpo quadrato a un piano per i laboratori, un impianto fotovoltaico di circa 50 kW sulla copertura, un impianto di climatizzazione invernale ed estiva, 17 aule, due aule sdoppiabili, cinque laboratori multimediali, due laboratori saldatura e macchine utensili, uffici segreterie e tecnici, infermeria, archivio e magazzini”.
(Autore: Giorgia Gobbo)
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