Vittorio Veneto, il sottopassaggio di via Pinto non riesce a uscire dal degrado: una “gang” lo controlla?

Passano gli anni, si susseguono le amministrazioni ma il sottopassaggio pedonale di via Ippolito Pinto continua a rimanere immerso in un degrado invisibile a molti ma non certo a chi deve spostarsi a piedi o su due ruote tra i due rami di via Mascagni, una volta uniti e ora divisi dalla “bretella di Ceneda”, il viale che collega il casello autostradale di Vittorio Sud alla statale Alemagna all’altezza di via Matteotti.

È da almeno un lustro che il tunnel ciclo-pedonale fa i conti con vandali grafomani, che a più riprese hanno “personalizzato” non solo le pareti ma addirittura il pavimento del sottopasso con scritte di ogni genere che includono anche messaggi inquietanti come un’impiccagione stilizzata e la scritta “morte” a fianco, insulti contro le forze dell’ordine, simboli anarchici e numeri dal significato “diabolico” (666).

Una scritta che fa pensare che gli autori della stessa, anzi delle stesse, siano una banda di giovani, è “territorio nostro“, declinato pochi metri vicino anche in “zona nostra“. Come ad affermare che il tunnel è fuori dal controllo delle istituzioni ed è in mano ad altri, forse a una “gang”, altra parola che si legge su un muro.

Ad aumentare la sensazione di un posto per attraversare il quale ci vuole fegato contribuiscono la proliferazione di erbe rampicanti sul lato nord, la crescita di vegetazione spontanea qui e là e una scarsa manutenzione degli impianti di illuminazione, che se non altro in questo periodo stanno funzionando. Le recenti e intense piogge, infine, hanno lasciato ancora una volta qualche strascico sul pavimento.

Sono trascorsi tre anni da quando, nell’agosto 2017, l’allora assessore al sociale Barbara De Nardi annunciò che un gruppo di writers “professionisti” si era fatto avanti con il Comune per decorare gratuitamente il sottopasso. L’interessante progetto però si impantanò, a differenza del degrado che sotto via Pinto continua senza freni.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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