Fondazione di Comunità partecipa assieme agli amministratori del territorio al Tavolo “Welfare di Comunità”, organizzato ogni anno a Vittorio Veneto nel contesto del Seminario Vescovile. Il momento di riunione, che viene suddiviso appunto in tre tavoli di lavoro, serve per considerare in modo differente, profondo e alternativo i bisogni di un territorio.
L’obiettivo di questi comitati, che lavorano in sinergia su uno specifico tema e con una metodologia trasversale, è quello di comprendere i bisogni specifici del territorio e proporre soluzioni inedite, frutto della condivisione tra diversi enti ed esperienze diverse.
In particolare, l’azione partecipata territoriale di Fondazione di Comunità si è composta di due macro-azioni, concentrati su un’affermazione: la parola “abitare” è sinonimo di una condizione sempre meno scontata e, per molte famiglie, anche estremamente fragile.
Lo scorso finesettimana all’Innovation Lab di Palazzo Medaglie d’Oro a Vittorio Veneto sono stati organizzati due laboratori di ascolto e di formazione: il primo è stato dedicato ai partecipanti del tavolo, mentre il secondo è stato destinato agli enti di amministrazione territoriale, in particolare sindaci e assessori dell’area del Vittoriese.
Guidati attraverso un “esercizio di futuro” sul tema dell’abitare da una startup dell’Università di Trento specializzata in analisi dei cambiamenti, i partecipanti, tra i quali presenziavano il consigliere regionale Sonia Brescacin, il presidente di Fondazione di Comunità Loris Balliana, il sindaco di Cappella Maggiore Mariarosa Barazza e l’assessore del Comune di Vittorio Veneto Antonella Caldart, hanno definito un progetto pilota di intervento che verrà successivamente presentato in un convegno pubblico, in programma per il prossimo autunno.
“Il titolo può sembrare banale: la parola futuro si ritrova in quasi in ogni evento, però questo è un vero e proprio esercizio per immaginare come saremo tra trent’anni. In questo contesto bisogna considerare per esempio la diminuzione della natalità, la scarsa compatibilità tra la domanda e l’offerto di lavoro, e dall’altro tutto il mondo del sociale – spiega Loris Balliana, presidente di Fondazione di Comunità – non ultima la solitudine, per esempio, nell’abitare in edifici troppo grandi che sono stati immaginati cinquant’anni fa o più”.
“Questo laboratorio è importante perché ci pone una riflessione concreta su quello che è il nostro modo di abitare: anzi, soprattutto su quello che sarà il nostro modo di abitare in futuro – spiega Sonia Brescacin – Attraverso questo strumento possiamo proporre un ragionamento su come andare a sviluppare le attività dei servizi pubblici: soltanto così saremo in grado di interpretare quelli che potranno essere i bisogni futuri di una vita di qualità.
“Confidiamo che da questi incontri nasca veramente una nuova opportunità, soprattutto un nuovo pensiero nell’affrontare questa tematica dell’abitare che è strategica per il futuro del nostro territorio si è decisamente un tema di carattere molto generale, che coinvolge tutto il territorio nazionale specie” hanno detto i partecipanti, che presenteranno i risultati di questo laboratorio una volta elaborato e sintetizzato.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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