Omicidio Vaj, seconda udienza: in aula le telecamere di “Un giorno in Pretura”, una teste si sente male, sostituita una giurata

Con la relazione del medico legale e la descrizione degli ultimi terribili attimi di Paolo Vaj, è entrato nel vivo ieri, nell’aula della corte d’assise del tribunale di Treviso, il processo per l’omicidio del 57enne, ucciso la notte del 18 luglio 2019, nella casa di via Cal dei Romani a Vittorio Veneto.

Alla sbarra, accusate di omicidio volontario premeditato, ci sono la 54enne compagna dell’uomo Patrizia Armellin e l’amica di questa Angelica Cormaci, 26 anni, difese dagli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi.

Un processo, ripreso dalle telecamere della trasmissione “Un giorno in Pretura”, che si sta rivelando acceso fin dalle prime battute, con una teste che ha avuto un mancamento al banco dei testimoni.

E con l’avvocato Manfredi che ha sollevato il problema dell’idoneità di uno dei giurati popolari della Corte, dopo averla sentita nel corridoio durante una pausa esprimere giudizi negativi e pregiudizievoli nei confronti delle due imputate, rivolgendosi a un’altra giurata avrebbe detto: “quelle due pazze scatenate hanno ucciso un uomo”.

Un rilievo accolto dal presidente della Corte Francesco Sartorio che ha disposto una camera di consiglio al rientro dalla quale la giurata si è astenuta ed è stata sostituita.

A testimoniare per primi sono stati gli operatori del Suem 118 intervenuti quella notte che hanno riferito di come Patrizia e Angelica avessero inizialmente detto che Vaj era caduto dalle scale.

L’infermiera, sottoposta al fuoco di fila delle domande di accusa e difesa ha avuto un mancamento e l’udienza è stata sospesa per alcuni minuti.

È stato sentito anche il medico necroforo intervenuto per accertare il decesso di Vaj con modalità che sono state contestate dalla difesa in particolare perché, quella notte non disponeva di un termometro per misurare la temperatura del corpo, elemento molto importante per stabilire l’ora della morte.

A salire sul banco dei testimoni è stato poi il medico legale Alberto Furlanetto, incaricato dalla procura di eseguire l’autopsia sul corpo della vittima: la sua deposizione è durata ore e ha ricostruito quella che, secondo l’accusa, sarebbe la dinamica dell’omicidio.

Secondo Furlanetto Vaj sarebbe stato aggredito nella camera da letto matrimoniale dell’abitazione dove le due imputate lo avrebbero picchiato violentemente con un bastone ferma-imposte (oggetto rinvenuto in casa e ritenuto compatibile con le lesioni).

Nessuna delle lesioni provocate dal bastone era letale ma avrebbe attenuato la capacità di difesa di Vaj che, come accertato dagli esami tossicologici, aveva anche un elevato livello di alcol nel sangue.

Per questo l’uomo, che nel frattempo si era spostato nella cameretta, sarebbe stato sopraffatto dalle due imputate che, secondo la ricostruzione del medico legale, avrebbero tentato di soffocarlo con un cuscino (sul quale sono state trovate tracce di sangue in corrispondenza delle abrasioni che aveva su volto e capo) e poi sarebbero salite sul suo torace schiacciandolo fino a provocare lo schiacciamento di entrambe le linee costali e dello sterno e quindi la morte per asfissia. Si torna in aula il 30 giugno.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati