Meschio, tre appartamenti “fantasma” di edilizia residenziale pubblica. De Bastiani: “Erano in convenzione”. Miatto: “Un obbligo decaduto”

A Borgo Meschio ci sono tre appartamenti “fantasma” che dovevano essere realizzati da Edilvi in edilizia residenziale pubblica destinata a giovani coppie o famiglie in difficoltà.

Ne è sicuro il consigliere comunale di Rinascita Civica – Partecipare Vittorio Alessandro De Bastiani, che nel consiglio del 27 maggio scorso presentò una mozione che impegnasse la giunta a verificare la sussistenza dell’obbligo per l’impresa di realizzare gli appartamenti in Edilizia residenziale pubblica. Ma il sindaco ribatte che non è proprio così.

E si riaccende nuovamente, insieme al caldo di questi giorni, il dibattito politico in città: il perché sta nella risposta data dal sindaco Antonio Miatto alla mozione, durante l’ultimo consiglio comunale. Secondo il primo cittadino, infatti, l’obbligo decadde ancora nel 2004 “con l’avvento della legge 11”.

Per De Bastiani “risentita e ponderata, la risposta di Miatto è sconvolgente – accusa -. Non è vero che quell’obbligo non è mai stato sottoscritto: esiste atto notarile che lo conferma. I lavori di ristrutturazione di Piazza Meschio, correlati al Piruea omonimo, sono frutto di una delibera di Giunta del 2005, 24 febbraio, regolati da convenzione del 19 giugno 2008. Come fa a dire Miatto che una legge del 2004, antecedente alla stipula del Piruea, ha fatto decadere quell’obbligo pattuito dopo il 2004?”.

Ormai per piazza Meschio, dopo 18 anni, la storia può dirsi davvero infinita: dopo i problemi dei parcheggi interrati, ora De Bastiani non intende “mollare l’osso” vista l’importanza di avere o meno a disposizione tre appartamenti a prezzi agevolati.

Il sindaco in consiglio comunale aveva sottolineato che inizialmente la percentuale del 5 per cento dell’edificato del Piruea di piazza Meschio costituiva un impegno della ditta che edificava a metterlo sul mercato per la vendita o per l’affitto a un prezzo minore convenzionato con l’amministrazione comunale.

“Ma non certo cederlo al Comune o alla sua gestione. Come poi ho detto, da quello che raccontano – conferma Miatto – penso che quell’obbligo non generasse granché di beneficio, perché alla fine ci sono dei prezzi ufficiali e dei prezzi non ufficiali delle cose. Si preferì fare in un altro modo”.

Nel 2008, in effetti, c’era ancora quella pattuizione tra amministrazione ed Edilvi. “Ma nel 2016 – conferma il sindaco – in occasione della novazione, quell’obbligo non fu mai sottoscritto, e non se ne parlò come non se ne è parlato poi nell’atto transitivo finale. Gli appartamenti sono finiti nel dimenticatoio e siamo andati a chiudere la vertenza di Borgo Meschio mantenendo quello che c’era nel 2016. Punto”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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