È stato adottato mercoledì sera, al termine di una seduta consigliare durata più di 6 ore, il nuovo Piano di Assetto del Territorio della città, atteso da una quindicina d’anni.
Il Pat fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili nel territorio comunale. Nei prossimi dieci anni, secondo una sintesi del documento diffusa dal gruppo consiliare di minoranza Rinascita Civica, sono previsti ulteriori 140 mila metri quadrati di edificazione. Il potenziale di edificazione del nuovo Piano prevede 490 mila metri quadrati di Pua ancora non realizzati; 240 mila metri quadrati di aree speciali; 50 mila metri quadrati di aree da riqualificare; 110 mila metri quadrati di espansione produttiva; 30 mila metri quadrati di espansione residenziale. Totale 920 mila metri quadrati.
“Rinascita” vota contro: ecco perché
In netto contrasto con la decisione di approvare il Pat si è schierato il gruppo di Rinascita Civica – Partecipare Vittorio, secondo il quale “l’approvazione era scontata: sarà il preludio per una enorme colata di cemento sulla città. Per ottenere questo risultato il piano prevede un incremento di abitanti di 3.100 unità nei prossimi 10 anni – dicono i consiglieri Mirella Balliana e Alessandro De Bastiani (Rinascita Civica – Partecipare Vittorio) -. Un dato incredibilmente falsato dal momento che è costante il trend di diminuzione della popolazione, in città come nel resto del Paese. Vittorio Veneto, il Comune con maggior occupazione di suolo della Sinistra Piave (dato Ispra) rafforzerà in questo modo il suo primato. Eppure fino a martedì le dichiarazioni del sindaco e del consigliere Gomiero promettevano il contrario, assicurando che non ci sarebbe stato ulteriore occupazione di suolo.
A fronte delle tante battaglie portate avanti dalle minoranze arriva la disfatta nella guerra alla cementificazione di quella che una volta veniva definita la città giardino. Ci sono voluti 20 anni per arrivare alla presentazione e alle minoranze sono stati lasciati solo 12 giorni di tempo per studiare una quantità di documentazione incredibile – continuano -. E’ stato calpestato il principio di partecipazione e concertazione che è alla base della filosofia del PAT. La presentazione alla cittadinanza è avvenuta 15 anni fa. I giovani cittadini dai 20 a 30 anni sono stati praticamente esclusi da questa possibilità di partecipazione. A questa amministrazione l’opinione dei giovani non interessa.
Il PAT sarà quindi l’ultimo dono che questa amministrazione leghista, alla fine del loro mandato, farà ai palazzinari e ai consumatori di suolo che nel Veneto sono al primo posto in Italia per voracità. Saranno poi questi gli stessi che, quando subiranno i danni per le calamità causate anche dalla continua impermeabilizzazione del suolo, chiederanno allo Stato milionari rimborsi che tutta la comunità sarà chiamata a versare. Mercoledì sera si è siglato un nuovo indebitamento per le future generazioni. Si ruba ai figli per dare ai vecchi. Ancora suolo sottratto alla transizione ecologica che tutti auspicano, ma non a casa loro” concludono Balliana e De Bastiani.
Il Pd “colleziona” emendamenti e si astiene
Critica, ma con sfumature diverse, la posizione del Partito Democratico: “Sono stati ben 22 gli emendamenti presentati in Consiglio comunale che smontano e riscrivono il Piano di Assetto del Territorio proposto dalla maggioranza, tra cui: per costruire il nuovo bisognerà demolire il vecchio, nasce l’area del Parco del Meschio, nuove prospettive per Villa Papadopoli e salvaguardia dell’Area Fenderl”.
“A Vittorio Veneto il PAT ha assunto una conformazione molto diversa da quella proposta dalla maggioranza leghista – affermano i consiglieri comunali Marco Dus, Giulio De Antoni, Barbara De Nardi e Roberto Tonon -. Gli emendamenti da noi presentati e approvati dalla maggioranza, evidentemente validi, sono particolarmente rilevanti e fanno assumere al PAT un senso molto diverso da quello proposto dall’Amministrazione. In pratica, per costruire il nuovo, bisognerà demolire il vecchio. In particolare non sarà possibile costruire nelle aree di espansione (quelle attualmente fuori dal perimetro dell’urbanizzazione già consolidata) senza utilizzare i cosiddetti crediti edilizi.
In città, sia nelle zone residenziali sia industriali, le aree non costruite avranno una minima possibilità di edificazione, mentre per aumentarla i proprietari dovranno ricorrere ai crediti edilizi, che si possono ottenere anche da altri concittadini intenzionati ad abbattere vecchi edifici di loro proprietà – aggiungono -. Oltre a ciò, sono stati approvati altri emendamenti che garantiscono, ad esempio, la creazione dell’area del Parco del Meschio e la natura a servizi dell’Area Fenderl. Molto importante anche l’emendamento approvato in relazione a Villa Papadopoli, che definisce nuove prospettive salvaguardandone la struttura ma dando l’obiettivo di renderla un polo di alta formazione al servizio della Zona Industriale come richiesto dall’Associazione degli Industriali.
Abbiamo deciso, alla fine, di astenerci nella votazione finale – chiosano Dus, De Antoni, De Nardi e Tonon – perché riteniamo che le conquiste ottenute, pur non rendendo del tutto accettabile il Piano, che è largamente lacunoso per tanti aspetti e lascia aperti interrogativi molto pesanti, lo abbiano migliorato largamente. Crediamo che la nostra Città debba crescere e riaffermarsi come baricentro del territorio circostante ma riteniamo fondamentale che tale crescita debba passare attraverso processi di rigenerazione urbana, non di nuova cementificazione selvaggia. Si stima infatti che circa un terzo delle abitazioni in città sia ad oggi completamente inutilizzato.
Il tempo concesso alle minoranze per analizzare il PAT è stato estremamente ridotto rispetto alla quantità di documenti. Durante lo studio sono emersi aspetti che ci lasciano preoccupati: dalla sorte delle scuole Da Ponte e dello Stadio Barison, sui quali non si capisce che intenzioni abbia la maggioranza, alla pervicace volontà di vendere per cementificare il Parco Dan, scelta che combatteremo in tutte le sedi” chiudono i consiglieri.
La replica del sindaco
Dopo 6 ore di dibattito consiliare, è stringata la replica del sindaco Antonio Miatto, titolare in giunta delle deleghe ad urbanistica ed edilizia privata: “Polemiche sul Pat? In consiglio comunale il gruppo del Pd si è astenuto, l’unica che ha sollevato dei dubbi è stata la consigliere Balliana. Il lavoro è stato finalmente eseguito dopo 15 anni. Come amministrazione avevamo preso l’impegno di portarlo a termine e ci siamo riusciti. Colata di cemento? Non so di cosa parlino, non corrisponde al Pat. Esso regola nel migliore dei modi quello che sarà il Piano regolatore e il PI. Eravamo uno degli ultimi Comuni senza il Pat, oggi per noi c’è massima soddisfazione nell’averlo adottato. Le obiezioni di Dus? Sono tutte parole al vento“.
(Foto: La città vista dal Parco Papadopoli. Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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