Omicidio Vaj, due super consulenti per difendere Armellin e Cormaci: il 14 aprile la data del processo

A pochi giorni dall’avvio del processo a Patrizia Armellin e Angelica Cormaci accusate dell’omicidio di Paolo Vaj, la difesa nomina due superconsulenti.

Accanto agli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi ci saranno anche l’investigatore privato Ezio Denti che ha lavorato alla difesa di Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.

Presente anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, noto per le sue apparizioni televisive e ospite fisso della trasmissione “Quarto Grado”.

A loro, insieme all’ingegner Luigi Nicotera (anche lui impegnato nella difesa di Bossetti), ai medici legali Ilan Brauner e Valentina Bugelli e allo psichiatra Sergio Monchieri, spetterà il compito di provare a scagionare le due donne, accusate di aver ucciso il 57enne la notte del 18 luglio 2019, nella casa di via Cal dei Romani dove i tre vivevano.

Un quadro accusatorio solido quello del pubblico ministero Davide Romanelli che ad Armellin e Cormaci contesta di aver premeditato il delitto e di averlo fatto per un movente economico, alcune polizze che la vittima aveva intestato alla compagna.

Ma la difesa è pronta a dare battaglia in aula nel processo che inizierà il prossimo 14 aprile davanti alla corte d’assise del tribunale di Treviso e che, se il presidente della corte accetterà, sarà ripreso dalle telecamere della trasmissione di Rai Tre “Un giorno in procura”.

Una battaglia a colpi di perizie che vedrà impegnati i superconsulenti: l’investigatore privato Ezio Denti, in settimana, andrà nella casa di via Cal dei Romani.

Il suo sarà un sopralluogo per ricostruire la dinamica dell’omicidio e valutare sul campo le prove che gli inquirenti hanno raccolto a carico delle due imputate. Al professor Meluzzi spetterà invece il tema delle condizioni psichiche delle due donne. Anche se la perizia disposta dal tribunale ha già accertato che Patrizia e Angelica sono capaci di intendere e di volere, secondo la difesa questa capacità sarebbe stata ridotta dal contesto nel quale è maturato il delitto e nel rapporto morboso che legava le due donne.

La 25enne siciliana aveva conosciuto Patrizia in chat e poco dopo si era trasferita a casa sua. Vittima e imputate vivevano quindi in un contesto anomalo. Tre adulti che vivevano una vita parallela su Second Life, così assorbiti nei loro ruoli virtuali da confonderli con la realtà.

Le due donne, in particolare, coinvolte in un rapporto morboso nel quale Angelica considerava Patrizia “la mia mamy” e per lei avrebbe ucciso: “Paolo la picchiava, l’ho soffocato” aveva dichiarato. E sarà su questo che Meluzzi indagherà, su quanto quella vita virtuale abbia influito sul delitto.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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