I tablet che il Rotary Club ha donato all’Uls per l’ospedale Covid di Vittorio Veneto, da oggi saranno a disposizione dei reparti e i parenti dei ricoverati per quanto sarà possibile potranno colloquiare per qualche minuto con i loro cari.
Non era così automatico, dopo che qualche settimana fa, poco dopo l’apertura del centro Covid19 a Vittorio Veneto, il Rotary Club aveva donato alla struttura 5 tablet per dar modo ai pazienti Covid19 ricoverati di tenere i contatti con i propri familiari a casa, visto che l’accesso ai reparti è escluso.
C’è stata in pratica qualche difficoltà evidenziata in una comunicazione alla nostra redazione dalla figlia di una anziana ricoverata: “Mia madre, 86 anni, è ricoverata in quella struttura da più di un mese – ha scritto P.P.- e varie volte ho chiesto al personale medico e infermieristico se potevo parlarle e salutarla, visto che ho saputo di questa donazione dei tablet.
Mi è stato sempre risposto che anche loro avevano sentito di questa cosa ma in realtà non hanno mai visto nulla. Se i tablet ci sono, perché non vengono usati coi pazienti? Pagherei oro anche solo per sentire la voce di mia mamma e per farle sentire la nostra vicinanza e il nostro affetto. Dopo più di un mese penso sia un suo e un nostro diritto anche solo parlarle, e sicuramente ne gioverebbe anche il suo stato psicologico”.
Una domanda che Qdpnews.it ha girato tempestivamente all’Ulss 2: “Ogni volta che lo ha richiesto la signora ha avuto comunque le risposte sullo stato di salute della madre – spiegano dalla direzione -. Per quanto riguarda i tablet, quando sono arrivati sono stati inviati al Centro elaborazione dati per la configurazione alle videochiamate, e sono stati inviati in reparto finalmente oggi. Sarà nostra premura quindi cominciare e organizzare un video colloquio tra la signora e la madre, al posto della solita comunicazione telefonica con gli operatori del reparto”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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