Lo stato delle piscine comunali di Vittorio Veneto è preoccupante: ad affermarlo a più riprese è stata Ambra Polesel della Nottoli Nuoto, società che si occupa della gestione degli impianti.
Un tema urgente che è stato al centro di un confronto tra i quattro candidati sindaci – Giovanni Braido, Mirella Balliana, Luisa Camatta e Gianluca Posocco – che si sono dati appuntamento ieri pomeriggio proprio agli impianti.
L’incontro si è aperto con l’elenco snocciolato da Polesel, circa gli aspetti problematici che rendono le piscine comunali un argomento da trattare, con una certa urgenza.
I problemi delle piscine comunali
Caldaia datata, solai ossidati, disagi alla guaina della copertura, dispersione di calore ed energia, dimensioni insoddisfacenti delle vasche interne: sono solamente alcuni degli aspetti che contribuiscono a rendere la “manutenzione un’impresa impossibile” e, di conseguenza, “le piscine di Vittorio Veneto meno attrattive”, secondo l’analisi di Polesel.
E ancora, lo stato negativo della pavimentazione a mosaico, “l’efficientamento energetico quasi a zero”, “spogliatoi microscopici” con uno scarso numero di docce e di servizi igienici (e un solo bagno per persone con disabilità, dalla parte delle donne), “un’infermeria problematica”: “una radiografia degli impianti” che ha lasciato spazio a delle riflessioni per il futuro.
“Potevamo evitare di arrivare a questo risultato? Valeva la pena fare un cronoprogramma tra le amministrazioni succedutesi e procedere con un pezzetto alla volta? – sono i quesiti lanciati da Polesel – La piscina è diventata più vecchia e poi c’è stata la tragedia del Covid. In quegli anni ci saremmo difesi meglio, se fossero stati fatti quei lavori. Abbiamo ricevuto dei contributi a fondo perduto da parte del Comune e del Governo, ma abbiamo anche avuto dei mancati introiti per una cifra tra i 450 e i 500 mila euro”.
“Abbiamo avuto le spese della sanificazione e perso per strada parte del personale – ha proseguito – Ora ci stiamo riprendendo, anche in fatto di accessi, ma la piscina non è calda, non è accogliente e c’è difficoltà a entrarci, per chi ha delle disabilità. Ci sono state tantissime occasioni perse e bisogna ricordare che il nuoto è utile, sia per la salute che per la sicurezza, oltre a essere un’opportunità di lavoro per gli istruttori e un modo per insegnare ai ragazzi che ci sono delle regole”.
La “ricetta” dei quattro candidati sindaci
A prendere per primo la parola è stato Gianluca Posocco, il quale ha riferito la presenza di uno studio di fattibilità risalente al maggio 2019, poi divenuto un progetto a ottobre 2023: a suo parere, quindi, un’opzione sarebbe quello di procedere nell’individuare un finanziamento a tasso zero, per poi ragionare con un intervento a step.
Giovanni Braido ha invece osservato che “i soldi ci sono, ma è una questione di volontà politica”. In ogni caso il suo orientamento sarebbe quello di ricostruire la piscina completamente: “Questa è la prima cosa che ho promesso che farò, se sarò eletto. La piscina è tutto per la cittadinanza – ha osservato – In ogni caso è un progetto per il quale bisogna iniziare subito perché, in tutto, richiede 2-3 anni”.
Secondo Luisa Camatta “esiste un problema di base – legato ai serramenti, all’aspetto antisismico, al cappotto e al pozzetto – che il restauro non risolverebbe”, oltre alla presenza di “una planimetria insufficiente” dell’attuale impianto. Camatta ha riferito di aver richiesto una valutazione ingegneristica, che ha portato a stimare un costo tra i 6,5 e i 7 milioni di euro per la ristrutturazione e la stessa cifra per una struttura nuova, da far potenzialmente sorgere in area Gotti, associando anche degli sport indoor o un campo da tennis.
Mirella Balliana ha affermato che “questa avrebbe dovuto essere una priorità da portare avanti in cinque anni”. “Se ci fosse stata la volontà, si sarebbe potuto fare, come è avvenuto per altre opere – ha dichiarato, ricordando l’avanzo di amministrazione da 3 milioni e mezzo di euro – Non mi permetto di sbilanciarmi su quale sia la corretta collocazione per la nuova piscina”.
Tutti e quattro i candidati sono comunque stati concordi nel rilevare che sono necessarie “poche idee chiare, per un progetto condiviso”.
“La Regione ci sta ignorando – è il commento conclusivo da parte di Polesel – e non abbiamo ricevuto nessun aiuto sul mantenimento dell’impiantistica sportiva: credo che sia indecoroso che non se ne siano interessati”.
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