Processo Vaj, parola al medico consulente della difesa di Armellin e Cormaci: “Paolo è morto per cause naturali”

“La causa più probabile della morte è un evento cardiovascolare acuto in alternativa ad evento epilettico”. Paolo Vaj sarebbe quindi morto per cause naturali. Queste le conclusioni di Valentina Bugelli, medico legale consulente della difesa di Patrizia Armellin e Angelica Cormaci, accusate di aver ucciso il 57enne la notte del 18 luglio 2019 nella loro casa di via Cal dei Romani a Borgo Olarigo di Vittorio Veneto.

Le due sono accusate di omicidio volontario aggravato e premeditato. E uno dei pilastri dell’accusa è proprio la causa della morte accertata nell’autopsia secondo la quale Vaj sarebbero deceduto per un arresto cardiaco provocato da “asfissia da costrizione toracica con fratture costali multiple bilaterali come da sfondamento toracico”. Sfondamento che sarebbe stato provocato da Angelica Cormaci, che ai Carabinieri ha detto di averlo ucciso salendo di peso sopra di lui e premendogli un cuscino sul volto, per proteggere l’amica.

La consulente chiamata dagli avvocati Marina Manfredi e Stefania Giribaldi, con le sue conclusioni, ha smontato la ricostruzione del delitto dell’accusa. Il perito della procura, il medico legale Alberto Furlanetto, escludeva infatti che le patologie pregresse della vittima potessero essere “la causa della morte del Vaj; le crisi epilettiche non conducono a morte e non vi è evidenza di ischemia miocardica acuta” e che la stessa fosse quindi dipendente dall’aggressione subita.

Secondo la consulente della difesa, invece, le lesioni costali non sarebbero mortali: “Non sono così estese e potrebbero essere state provocate in altro modo da quello ipotizzato – ha spiegato Bugelli -. Serve infatti un peso superiore a quello dell’imputata e quelle lesioni potrebbero essere associate alla caduta con lo scooter che la vittima subì una settimana prima del delitto”.

Bugelli ha contestato anche l’asfissia: “L’accertamento necroscopico non ha rilevato petecchie a livello di congiuntive, cavo orale, faccia profonda del cuoio capelluto o organi interni (in primis i polmoni). Così come parimenti insufficienti a suffragare l’ipotesi asfittica appaiono i rilievi macro e microscopici polmonari”.

Secondo Bugelli gli unici elementi certi per stabilire la causa della morte sarebbero la maschera ecchimiotica (tumefazione cianotica del volto) tipica però anche in eventi cardiaci, e il suo quadro clinico pregresso e cioè i precedenti attacchi epilettici, patologia cardiovascolare e alcolismo. Elementi che l’hanno portata a concludere: “Paolo Vaj è morto per cause naturali”.

Nel corso della stessa udienza, la corte ha respinto la richiesta della difesa di un’integrazione di perizia psichiatrica, ritenendo che non ci fossero sufficienti elementi.

L’istruttoria è stata quindi dichiarata chiusa. Si torna in aula il 28 gennaio prossimo con la requisitoria del pubblico ministero Davide Romanelli.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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