“Quello non era mio padre, era il suo assassino e dovevo farlo”: Riccardo De Felice confessa al giudice il parricidio. I difensori: “Non può stare in carcere”

“Non volevo ucciderlo, ma quello non era mio padre, era il suo assassino e dovevo farlo”. Riccardo De Felice ha spiegato così, davanti al giudice per le indagini preliminari Piera De Stefani, perché alle 4.30 della notte tra martedì e mercoledì ha colpito con una barra da trazioni e accoltellato il padre Francesco, 56 anni, militare in pensione nella loro casa di via Rosolen a Vittorio Veneto.

Il giovane, arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato, è comparso oggi venerdì in tribunale a Treviso per l’udienza di convalida e l’interrogatorio di garanzia (la Procura ha subito chiesto l’applicazione della custodia cautelare in carcere) e, assistito dagli avvocati Alessandra D’Aversa e Giovanni Maccarrone ha ribadito quanto aveva già confessato poco dopo il delitto, nella caserma dei Carabinieri di Vittorio Veneto davanti al sostituto procuratore Davide Romanelli.

“Ha risposto con la sua versione dei fatti, considerato la sua situazione in modo molto confuso – spiega l’avvocato Maccarrone -. Le sue condizioni mentali sono evidenti e sono rimaste tali in tutti gli interrogatori. Per questo abbiamo nominato come consulente lo psichiatra Tullio Franceschini, che lo visiterà subito”. Lo stesso psichiatra ha spiegato che il 24enne potrebbe essere preda di quella che viene definita una “bufera psicotica”.

Ha infatti ribadito che non avrebbe voluto uccidere il padre ma che “è stato necessario farlo” senza però riuscire a spiegare il perché. “Qui la problematica non è giuridica – conclude l’avvocato Maccarrone -, il nostro impegno ora è trovare una struttura che possa accoglierlo e soprattutto curarlo. Abbiamo cercato un posto in una Rems (le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari) ma non ce ne sono. Valuteremo la possibilità di un ricovero in una casa di cura, in carcere non può stare”.  

Per ora De Felice resta recluso nel carcere di Santa Bona. Da ieri non è più in isolamento ma insieme ad altri detenuti.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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