Rigenerazione urbana, Vittorio Veneto resta a secco. Dus (Pd): “Altra occasione persa”. Miatto: “Penalizzati dall’indice di vulnerabilità, il ministero intervenga”

“La giunta Miatto perde un’altra occasione per ricevere finanziamenti pubblici – tuona il capogruppo del Pd in consiglio comunale Marco Dus -. Dopo il bando ‘Sport e Periferie’, da cui il Comune non è riuscito a portare a casa nulla perdendo risorse importanti per investimenti in ambito sportivo con cui si sarebbero potute sistemare le piscine e il palazzetto comunali, ora la Città ha perso anche l’occasione offerta dal bando ‘Rigenerazione Urbana'”.

“Dus – replica il sindaco Antonio Miatto – sta conducendo un’azione ignobile, perché sa benissimo che abbiamo partecipato a quel bando. Era lui che era contrario a spendere soldi per partecipare ai bandi. Abbiamo partecipato con ben due progetti: siccome si parlava di degrado, abbiamo candidato l’ex caserma Gotti e la Val Lapisina, dove il degrado è anche sociale. Purtroppo non siamo stati ammessi al finanziamento, perché la nostra città non è sufficientemente vulnerabile”.

Il bando era quello varato dal Governo che aveva messo a disposizione, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), 3.4 miliardi di euro per progetti di rigenerazione urbana per il quinquennio 2021-26.

“Questi quattrini – ricorda Dus – sono stati stanziati con l’obiettivo di ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché per il miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. Gli importanti progetti che riguardano la nostra città non ne hanno beneficiato, nonostante ben il 76% di quelli presentati sia stato finanziato. Dovrebbe far riflettere che su 1.784 progetti finanziati non ci sia neppure un progetto di Vittorio Veneto. Il classico slogan da campagna elettorale permanente leghista “Si finanziano solo progetti del Sud” viene quindi smentito dai fatti, perché sia Montebelluna che Conegliano hanno ottenuto ingenti finanziamenti“.

“Si deve prendere atto – conclude il capogruppo Pd – che c’è una incapacità di fondo dell’amministrazione di sapersi muovere su un piano che non sia locale o di quartiere con piccoli interventi di manutenzione ordinaria che non migliorano in modo significativo né i servizi né la qualità della vita dei vittoriesi. A rimetterci nel suo complesso vi è la città, che si vede sfuggire l’ennesima occasione di rilanciare strutture di vitale importanza utilizzate soprattutto dalle nuove generazioni”.

“Per ora non siamo stati finanziati, e lo dico perché c’è un residuo di speranza – afferma il sindaco -. Dei 3mila progetti presentati, circa 2.400 erano stati quelli ammessi e tra questi c’erano anche i nostri due. I finanziati sono stati poco più di 1.700: i Comuni sono stati messi in scala in base all’indice di vulnerabilità, per cui Conegliano, che ha candidato la sua ex caserma, ha ricevuto 5 milioni perché più vulnerabile di Vittorio Veneto”.

Ma cosa si intende con vulnerabile? “Sono stati presi una decina di indici, attingendo a dati dell’Istat, che hanno tenuto conto ad esempio della percentuale di analfabeti nella popolazione di un Comune, di quante famiglie abitano in appartamenti da 40 metri quadrati, quante famiglie sono a rischio povertà e altro – esemplifica il sindaco -. E se i Comuni del sud sono risultati con un indice più alto, solo a scalare si arriva a quelli del nord. E cinque sono le città venete che hanno ottenuto un finanziamento perché con indice di vulnerabilità peggiore del nostro. Stando quindi all’Istat, Vittorio Veneto ha meno problemi di Conegliano”.

“Tramite l’Anci Veneto – conclude Miatto – abbiamo chiesto al ministero di rimediare: basterebbe un miliardo in più per finanziare tutti i progetti. E abbiamo anche chiesto che si impegni a non fare più cappelle simili, cioè che nei prossimi bandi non ci siano più queste discriminazioni”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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