Se la notizia buona tra quelle che saranno discusse nel consiglio comunale di domani è che il campo da calcio dell’ex caserma Gotti rimarrà a verde pubblico, mentre l’intesa tra Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e Comune di Vittorio Veneto votato in CC nel novembre 2014 lo destinava ad una ennesima cementificazione, quella cattiva è che l’Accordo di Programma tra i tre enti preclude la possibilità di ricevere qualche edificio dismesso dell’esercito, come previsto dal decreto legge sul Federalismo Demaniale che consente ai Comuni, Province, Regioni di acquisire a titolo gratuito, beni statali su tutto il territorio nazionale.
È la segnalazione che alla vigilia del consiglio comunale che sancirà lo scambio delle caserme, arriva da Rinascita Civica Partecipare Vittorio Veneto che evidenzia come il dare-avere alla pari non porta vantaggio alla città.
“Dal 2013, anno dell’entrata in vigore del decreto legge che ha previsto questa opportunità, l’Agenzia ha ceduto più di 4000 immobili – spiegano i consiglieri comunali Alessandro De Bastiani e Mirella Balliana – . La procedura per richiedere gratuitamente immobili dello Stato, a fronte dell’impegno di valorizzarli da parte degli Enti territoriali, era stata prorogata al 31 dicembre 2016 dal decreto Milleproroghe e proprio la riapertura dei termini ha permesso di acquisire nuove domande e ha consentito agli Enti locali di riappropriarsi di tanti beni sul territorio. Il comune di Vittorio Veneto resta a becco asciutto e dovrà accontentarsi dello scambio tra porzione della ex Gotti e areocampo di San Giacomo con la caserma dei carabinieri”.
A conti fatti l’aerocampo di San Giacomo che sarebbe valutato 1milione e 465mila euro, più la grossa porzione della caserma Gotti in via Dante per 1 milione e 512 mila euro.
In totale 2 milioni e 980mila euro in cambio della caserma e delle abitazioni dei carabinieri stimati dello stesso valore. Uno scambio alla pari sulla quale si discuterà molto domani sera.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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