Le recenti nevicate dello scorso fine settimana e l’accumularsi di neve fresca sul versante nord del monte Pizzoc, hanno provocato la caduta di centinaia di metri cubi di neve, una vera e propria slavina, scesa nel famoso canalone del Faffon, e fermatasi nella grande buca di contenimento.
Qui, negli anni scorsi, è caduta la frana che ha costretto alla chiusura della strada statale Alemagna per quasi due anni.
I lavori di contenimento per eventuali cedimenti del versante e per evitare che altri pericolosi movimenti franosi, questa volta hanno evitato che tonnellate di neve potessero precipitare sulla Alemagna.
Infatti il mucchio di neve si è fermato fortunatamente a qualche decina di metri dalla strada statale. Certo che se continuerà a nevicare c’è ancora il consistente pericolo che dalla cima del Pizzoc arrivino ancora cumuli di neve e che frani ancora sulla strada.
Gli abitanti di Fadalto guardano con una cerca preoccupazione al fenomeno, che è inquietante senza dubbio: vedere la neve incombente a pochi metri non rassicura.
“Negli anni ’60 – racconta Gianni Dal Tio, storico rappresentante della Val Lapisina – era piuttosto normale che nel canalone scendessero slavine. Ma era tutto un altro mondo, meno passaggi e pericolo. I più anziani si ricordano che scendeva la neve dal Faffon e anche dal Visentin dove c’è un canalone simile e le slavine si incrociavano nel lago sottostante. Il traffico, ricordo, in inverno veniva per questo deviato per Fadalto Basso”.
“In quegli anni sempre, – prosegue – sono rimaste sotto la slavina anche delle auto. Ricordo anche che, nel febbraio del 1978 (nella foto sopra), venne colpito anche un treno, rischiando il deragliamento. Per questo dopo tanto tempo se si ripropone il fenomeno bisognerà prendere provvedimenti“.
Anche oggi gli operai dell’Anas erano al lavoro per svuotare la buca, nella previsione, che si spera non avvenga, che scendano ancora questi pericolosi cumuli di neve, che prendono sempre più velocità, dal Pizzoc.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook e Gianni Dal Tio).
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