Tra abeti rossi e musica, il Reparto Carabinieri Forestali di Vittorio Veneto celebra a Somadida l’inaugurazione del “Raso”: da 50 anni sono i custodi della Riserva

Migliaia di tronchi preziosi, che all’epoca della Serenissima furono destinati a costruire le fondamenta della città più bella del mondo, costituiscono ancora oggi la Riserva naturale di Somadida. Grazie al rapporto stretto che lega quest’area, in località Palus San Marco ad Auronzo di Cadore, con Venezia e con le comunità del Piave, questo patrimonio può essere considerato di tutta la regione, con la condizione di mantenere un rispettoso riguardo collettivo nei confronti della sua storia e del suo presente.

A difenderlo c’è il Reparto Biodiversità Carabinieri Forestali di Vittorio Veneto, comandato dal tenente colonello Michele di Cosmo, che con un importante evento, ieri, venerdì 15 luglio, ha celebrato i 50 anni dall’istituzione della Riserva, il bicentenario dalla fondazione del Corpo Forestale e dalla celebrazione del giorno dedicato al patrono dei Forestali, ovvero San Giovanni Gualberto, occorso il 12 luglio.

Protagonista della giornata, oltre alla foresta, è stata la ricostruzione in scala 1:1 del “Raso”, un’imbarcazione storica veneziana che un tempo costituiva un metodo sorprendentemente efficace per trasportare i tronchi lungo il Piave fino all’arsenale di Venezia.

La pratica, ormai scomparsa ma attiva per oltre 500 anni, è stata rievocata dall’associazione Zattieri di Codissago, nata dalla volontà di Enzo Losso, scomparso proprio svolgendo quest’attività, che assieme al Reparto di Vittorio Veneto ha seguito la creazione e il posizionamento del modello a Somadida.

Il Raso aveva la particolarità di essere costituito da tronchi intrecciati con bacchette di nocciolo, di avere una lunghezza di circa 30 metri e rematori a prua, a poppa e sui lati. Come mostrano alcuni pannelli e un filmato ritrovato negli archivi Luce, esposto per l’occasione, il mestiere consisteva nel trasporto di tronchi attraverso la corrente, i quali venivano prelevati dal bosco su alcune slitte speciali fino alla sponda dei corsi d’acqua.

La giornata è stata suddivisa in un momento istituzionale al mattino e una serie di momenti di approfondimento al pomeriggio: in particolare si è parlato della storia della foresta demaniale con il dottor Guido Spada e il dottor Gianni Pordon, degli aspetti botanici e selvicolturali della riserva con il dottor Orazio Andrich e il generale in congedo Paolo Zanetti.

Il generale Pierangelo Baratta, che in un primo intervento al mattino ha ricordato l’importanza di definire l’uomo custode e non padrone della natura, specie verso le sfide del futuro, ha spiegato al pomeriggio il nuovo assetto dell’ex Forestale, dopo l’assorbimento nell’arma dei Carabinieri. L’evento ha tuttavia avuto due momenti dedicati alla musica, in totale sinergia con l’acustica della foresta, con un concerto d’archi a cura di “Gli echi della natura”, un’accademia che cresce nuovi talenti, guidata da Corinna Canzian (in apertura del servizio). A concludere l’evento, con un secondo concerto, è stato il coro Col di Lana di Vittorio Veneto.

Il Raso è stato costruito con tronchi abbattuti durante la tempesta Vaja – ha ricordato durante l’evento il tenente colonnello Di Cosmo, – grazie alle nostre maestranze e alla collaborazione di questi ultimi tre anni con l’associazione. Non abbiamo potuto inaugurarla prima per via del Covid”. All’evento, che si è svolto all’aperto in un’area vicino al centro visitatori della Foresta di Somadida, presenziavano, oltre che vari rappresentanti dei Carabinieri Forestali a livello provinciale, anche il generale Pierangelo Baratta, comandante regionale, il vicesindaco di Auronzo Daniela Larese Filon, l’assessore comunale all’Ambiente Nicola Bombassei e il vicepresidente della Magnifica Comunità del Cadore, Emanuele D’Andrea.

“Parlare di biodiversità è sicuramente importante per i locali, ma anche per i turisti – ha commentato la vicesindaco, – Uno dei compiti della gente di montagna è prendersi cura del proprio territorio e gli zattieri sono una di quelle rappresentanze in provincia di Belluno che in modo più significativo danno il ricordo di quella che era la capacità di lavoro di questo territorio”.

Nel pomeriggio, dopo le conferenze, i partecipanti hanno potuto seguire i Carabinieri Forestali di Somadida sorprendendosi della reale bellezza della riserva, tra aghi di abete rosso, muschio e cinguettii, ma comprendendo anche le conseguenze del cambiamento climatico che questa foresta mostra chiaramente: secondo i militari, comunque, il bostrico (di cui abbiamo parlato qualche giorno fa in un articolo dedicato, disponibile al link) non minerà la biodiversità della foresta, che sarà ulteriormente potenziata da questo fenomeno nel corso di qualche decade.

Per quanto riguarda invece gli zattieri è più preoccupante considerare che un fenomeno di siccità in cui non sia stato possibile, per mancanza d’acqua, trasportare i tronchi lungo il letto del fiume, non sia mai stato registrato negli archivi, con il Piave che ha sempre mantenuto, fino a oggi, una quantità d’acqua sufficiente.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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