Oltre 500 lastre fotografiche per il Comune. Erano state murate, e ritrovate durante il restauro di una vecchia abitazione

Oltre 500 lastre fotografiche  risalenti ai primi anni del Novecento donate al Comune. Ieri mattina si è svolta la conferenza stampa di presentazione della mostra fotografica “Argento Vittoriese” che apre oggi i battenti. Presenti  tra gli altri l’on. Giancarlo Scottà, il sindaco Roberto Tonon, l’assessore alla Cultura Antonella Uliana, il dott. Francesco Burighel, il sig. Albano Sandro Zara e lo storico Franco Giuseppe Gobbato. La mostra allestita anche alla Galleria Civica Vittorio Emanuele II è costituita da circa 150 scatti selezionati dalle 505 le lastre di vetro alla gelatina ai sali d’argento ritrovate dal dottor Burighel nel 2003 in una abitazione della città.

Sono scatti di varie misure, e 471 presentano un buono stato di conservazione o comunque uno stato sufficiente per poter vedere il soggetto fotografato. La maggior parte, come detto, sono foto di soggetti in posa e di gruppi familiari. Ci sono poi scatti di eventi, edifici e di opere d’arte. Nell’insieme sono sicuramente uno spaccato affascinante della società borghese e contadina del vittoriese, collocabile a un primo esame tra il primo e secondo decennio del ‘900.

Durante la conferenza sono state formulate le ipotesi sui possibili autori delle foto e sul perchè queste possano essere state murate. Per quanto riguarda il primo quesito lo storico Franco Giuseppe Gobbato ha affermato: “L’abitazione in cui sono state trovate le foto apparteneva con tutta probabilità ad Alessandro Omboni, fotografo che dal 1913 al 1924 circa ha abitato e operato a Ceneda di Vittorio Veneto. A lui possono essere condotti diversi lavori comparsi su cartoline e pubblicazioni dell’epoca realizzati insieme al socio Arnaldo Marchetti, celebre fotografo del Cadore. Le foto però non portano nessuna firma e quindi non c’è certezza. In quegli anni diversi sono stati i fotografi che operavano nel vittorise; tra questi il più importante è stato sicuramente Giulio Marino. Molti sfondi che appaiono sulle foto di posa sono gli stessi che compaiono nelle foto di Marino dell’epoca. Per quanto riguarda – continua Gobbato – il mistero del loro ritrovamento all’interno di un muro si possono solo avanzare delle ipotesi. È probabile che rappresentassero un tesoretto essendo queste solitamente vendute a peso dal fotografo ad aziende che le acquistavano per il valore del vetro e dell’argento”.

L’operazione è stata resa possibile  con il contributo dell’On. Giancarlo Scottà e del Gruppo Europarlamentare Enl. Con i fondi messi a disposizione è stato possibile digitalizzare, archiviare le fotografie e organizzare la mostra.

(Fonte e foto: Mai associazione culturale)
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