Da una parte un musulmano, dall’altra un cristiano, in mezzo un alberello e attorno tanti bambini, famiglie e singoli cittadini che credono nel dialogo interreligioso e, ancora prima, nel dialogo tra essere umani: è questa l’immagine che si sono portate a casa le persone che ieri, domenica 29 ottobre, hanno partecipato alla piantumazione di un albero nell’oratorio di Montebelluna in occasione dell’edizione del 2023 della Giornata del dialogo islamo-cristiano.
Quest’anno, considerando il drammatico scenario internazionale e i conflitti in corso, non era scontato portare a termine l’evento, ma gli organizzatori non si sono abbattuti, impegnandosi ancora di più.
Il titolo di questa edizione era “Custodire il creato, costruendo la pace“, un tema di grande attualità viste le diverse guerre che sconvolgono l’umanità oltre all’emergenza climatica.
Hanno lavorato a questa edizione la Federazione regionale islamica del Veneto insieme alle comunità del Movimento dei Focolari di Vittorio Veneto, Treviso e Belluno oltre alle comunità musulmane di Treviso, Belluno e Vittorio Veneto con il sostegno delle Diocesi di Belluno-Feltre, Treviso e Vittorio Veneto.
Il gruppo, anche grazie ai contributi dei due relatori di quest’anno, il professor Cesare Lasen per la parte cristiana e il professor Mohamed Abouyaia per quella musulmana, ha riflettuto sull’aggiornamento della “Laudato sì” di Papa Francesco, l’enciclica pubblicata nel 2015 e dedicata al tema dell’ecologia, concentrandosi sulle sfide climatiche e ambientali analizzate secondo la visione musulmana e cristiana sull’approccio che l’uomo dovrebbe avere nei confronti del creato.
Si è partiti nella mattina di sabato 28 ottobre a Longarone, dove è stato organizzato un incontro con gli studenti dell’Istituto alberghiero “Dolomieu” alla presenza del vescovo di Belluno, Renato Marangoni, del questore Francesco Zerilli, di don Giuseppe Bratti, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso della Diocesi di Belluno, dell’imam di Belluno Zaccaria e di due ricercatori universitari.
In seguito, per ricordare le vittime del Vajont, è stata recitata una preghiera musulmana e c’è stata la lettura del Vangelo del giorno davanti alla sequoia gigante di Faé; sono seguite riflessioni spontanee da parte dei presenti.
Nel pomeriggio il gruppo si è spostato nella biblioteca comunale di Vittorio Veneto per assistere alla conferenza dei due relatori di questa edizione.
Presenti l’assessore alla cultura di Vittorio Veneto, Antonella Uliana, il sindaco di San Pietro di Feletto, Maria Assunta Rizzo, don Giuseppe Gerlin, dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Diocesi vittoriese, e i rappresentanti dell’Associazione Culturale Misericordia per la parte musulmana.
Nella mattinata di domenica 29 ottobre, nell’area esterna dell’oratorio di Montebelluna, si è tenuta la piantumazione dell’alberello alla presenza del parroco, monsignor Antonio Genovese, di don Bruno Baratto, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Migrazioni Migrantes della Diocesi di Treviso, di Ait Alla Lhoussaine, presidente della Federazione regionale islamica del Veneto, di alcuni fedeli della comunità musulmana montebellunese, del vicesindaco di Montebelluna con delega all’ambiente, Claudio Borgia, del vicesindaco di Trevignano, Maria Giovanna Favero, del consigliere comunale di Trevignano Sonia Fiorotto, del consigliere comunale di Valdobbiadene Simone Adami, del consigliere comunale di Susegana e membro della comunità musulmana macedone Sefkija Nurceski, dei consiglieri comunali di Montebelluna Loreno Miotto e Davide Quaggiotto e dell’ex sindaco di Montebelluna Laura Puppato.
I volontari di Fare Natura Onlus, coinvolti dal Consorzio del Bosco Montello, si sono occupati della piantumazione alla quale ha partecipato anche un giovane del gruppo scout di Montebelluna. Emozionante il momento in cui, dopo la piantumazione, i presenti hanno recitato il “Padre nostro” e una preghiera musulmana.
Agli eventi hanno partecipato anche la dottoressa Sofia Moschin, responsabile diplomatico del Centro internazionale per la ricerca e la formazione per il dialogo interculturale, e Cristina Toso, ambasciatrice di Pace dell’Upf (Universal peace federation – Ong internazionale accreditata all’Onu).
Gli eventi di Vittorio Veneto e Montebelluna si sono conclusi con un momento conviviale con tè marocchino, cous-cous e dolci della tradizione araba.
Il gruppo organizzatore ha affidato ad un comunicato un pensiero sul conflitto tra Israele e i palestinesi e sulle guerre nel mondo.
“Il conflitto armato in corso tra palestinesi e israeliani ci preoccupa – si legge nella nota – e ci addolora profondamente, sia per il già grave bilancio di morti e feriti, sia per i rischi di un’ulteriore escalation. Condanniamo ogni azione violenta, da chiunque provenga, e insieme chiediamo che tutte le forze in campo si impegnino a rispettare la popolazione civile e a giungere rapidamente al rilascio degli ostaggi e a un cessate il fuoco”.
“Crediamo che una pace giusta e duratura – conclude – possa realizzarsi solo quando si giungerà a un accordo che rispetti le legittime aspirazioni di entrambi i popoli. Ci angosciano tutti i conflitti armati nel mondo, dall’Artsakh-Nagorno Karabakh all’Ucraina e a ogni altro, anche se ignorato dai media. Per noi giustizia, dialogo e rispetto sono i pilastri di una pace che garantisca la vita di tutti. E noi vogliamo continuare ad attuarli nelle nostre scelte quotidiane, qui dove viviamo”.
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