A rendere complesso questo periodo di emergenza sanitaria sono anche le numerose fake news che circolano sul tema, le quali contribuiscono solamente a inasprire un periodo contrassegnato dall’ansia e dalla paura.
Sulla questione si è espresso anche Salvo Di Grazia, medico chirurgo, specialista in ostetricia e ginecologia all’ospedale di Vittorio Veneto che da anni svolge un’attività di divulgazione scientifica spiegando, su internet e in occasione di convegni in giro per l’Italia, la differenza tra buona e cattiva medicina, tra scienza e ciarlataneria.
Autore di libri sull’argomento, collabora con istituzioni e università proprio nel campo della corretta informazione scientifica, argomento affrontato, inoltre, in occasione di una puntata del programma Presa Diretta su Rai 3, andata in onda lo scorso mercoledì 25 marzo e condotta da Riccardo Iacona.
Nel corso della puntata lo stesso Salvo Di Grazia ha sfatato alcune false credenze in merito al Covid-19.
Quali sono le bufale sul Coronavirus che girano maggiormente sul web?
Anche se sembrano tutte diverse sono in realtà due grandi gruppi. Le false cure e le teorie del complotto. Che poi sono le tipologie più frequenti di fake news che si trovano in giro sempre su ogni argomento. Si va così dalla cura di Covid con rimedi quasi casalinghi, come la vitamina C o l’acqua calda, alle cure più complicate (gli anticorpi monoclonali o vaccini segreti): questo dimostra come tali bufale siano totalmente a caso, perché non seguono nessun filo logico. E poi i complotti, che vogliono di volta in volta che il virus sia stato creato in laboratorio oppure che in realtà non esista nemmeno. Un giorno è assolutamente inoffensivo, il giorno dopo esiste per sterminare l’umanità, l’opposto che le stesse persone diffondono.
Da dove nasce la tendenza a creare fake news anche in epoca di emergenza sanitaria e chi può avere interesse nel farlo?
È qualcosa che accompagna l’uomo da sempre. Qualcuno di noi che ha più di 50 anni ricorderà le “catene di S. Antonio”, centinaia di lettere lasciate nella posta delle abitazioni che annunciavano sventure e sfortune (epidemie, bancarotta, terremoti…) e che invitavano a fare ulteriori fotocopie della lettera da diffondere per alimentare la catena. Quando c’è un momento di allarme si respira un’aria generale di paura e ansia e c’è chi ne gode e ha piacere sapendo di aver causato un movimento generale, una reazione enorme con un piccolo gesto. A carnevale c’è chi ha un brivido lanciando un petardo tra le folla o un po’ come il piromane, chi appicca un incendio sa di fare qualcosa di sbagliato e pericoloso ma lo fa per il “brivido” di farlo. E poi ci sono i furbi e i truffatori, quelli che vendono queste cure nascoste, segrete, veloci e, puntualmente, false.
Ci sono delle misure per contrastare il fenomeno e come può difendersi il cittadino?
Il cittadino deve svegliarsi un po’. Non esiste che in epoca informatica c’è ancora gente che non sappia usare il computer. Ci sono due mezzi semplici e infallibili: fidarsi solo di notizie istituzionali e non di chi dice “hanno detto che” o “un’infermiera amica del fratello di mia cugina si è lasciata scappare che…”, solo informazioni serie, da fonti certe e poi evitare di essere complice di queste, che alla fine sono truffe. Cestinare questi messaggi, interrompere la catena, non diffonderla ulteriormente.
In tempi normali, quanto la medicina è soggetta alle fake news e perché c’è interesse nel creare panico in questo campo?
La medicina è tra i campi più soggetti alle fake news per un motivo semplice: alla salute ci teniamo tutti. Le fake news sullo sport o sulla politica al massimo ci fanno sorridere, ci sembrano inoffensive, quando si parla di salute tutti ci chiediamo “e se fosse vero”, soprattutto per argomenti delicati. Se avessimo una malattia grave e qualcuno ci dicesse di poterla curare con un rito magico, in preda alla disperazione chiunque quel rito lo proverebbe. Tanto, si ripeterebbe, che male può farmi? Invece fa tanto male: crea panico, incertezze, confusione, spesso è un modo per truffare o rubare soldi e, non proprio raramente, è direttamente dannoso per la salute. Come per quel signore americano che leggendo su internet che la malattia da Coronavirus si curava con un derivato del chinino e vedendo che un prodotto per la pulizia dell’acquario che aveva a casa lo conteneva, ha bevuto il detergente ed è morto. Per una bufala.
I medici possono fare qualcosa anche in questo senso?
Anche loro devono comportarsi coscienziosamente. Evitando la diffusione delle bufale, restando fermi nel contrastarle, spiegandole al cittadino e ai propri pazienti. I medici sono anch’essi uomini e possono avere le stesse debolezze dell’uomo e molti medici sono vittime di bufale, ma hanno ancora più responsabilità se ne diventano complici, quindi anche loro devono fidarsi e affidarsi solo a informazioni serie, scientifiche, affidabili.
Quali sono i sintomi del Coronavirus che il cittadino deve tenere presente, al di là delle bufale in circolazione, e cosa deve fare in quel caso?
I sintomi di Covid-19 (la malattia da Coronavirus) sono abbastanza chiari quando la malattia ha un decorso severo, in molti altri casi sono sfumati e, in linguaggio medico, aspecifici, cioè comuni a molte malattie. Quindi finché non si hanno sintomi seri o preoccupanti bisogna stare tranquilli. Se invece si avesse febbre e difficoltà respiratorie e con queste anche tosse, è bene avvertire il proprio medico curante che farà alcune domande spiegando cosa fare e decidendo il comportamento migliore. E proprio per questo, mai come oggi, il medico di medicina generale ha un ruolo fondamentale e resta un riferimento per le nostre famiglie.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Fondazione Umberto Veronesi).
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