Vigneto a San Giacomo, Castro: “Dobbiamo garantire l’attività in sicurezza della scuola”

Non finisce la querelle del vigneto vicino alla scuola materna di San Giacomo. Anzi, si ravviva. Il Cesana Malanotti, proprietario della struttura che ospita la scuola per l’infanzia di San Giacomo di Veglia in via San Fermo ha inviato ieri mattina al Comune, al Servizi Igiene, a Miur, Ministero dell’istruzione, dell’Università e Ricerca, alla Regione Veneto e all’Avepa una segnalazione con l’istanza di poter accedere a tutti gli atti relativi all’impianto di un nuovo vigneto nei due ettari di terreno adiacenti l’asilo. L’ha firmata il dottor Maurizio Castro, presidente del Cesana Malanotti, con la premessa che “In qualità di proprietario dell’immobile, l’Istituto è impegnato ad assicurare e garantire che le attività dell’asilo si svolgano in condizioni di sicurezza, a tutela della salute e del benessere di tutti gli utenti”.

Per questo ma anche per tutta una serie di motivi elencati, dall’interessamento da parte del Comune di Vittorio Veneto e da parte dell’Ulss, al fatto che “è compito e dovere dell’istituto, in quanto ente pubblico e in quanto proprietario dell’edificio in cui ha sede l’asilo, farsi portatore delle istanze manifestate dagli utenti e attivare ogni strumento di tutela opportuno”; ed inoltre per il fatto che l’asilo rientra a pieno titolo, in quanto plesso scolastico, tra le “aree specifiche” frequentate da popolazione vulnerabile, nei pressi delle quali il Regolamento impone una serie di limiti e vincoli, per il Cesana “si impone una verifica in ordine alla possibilità concreta di avviare nell’immediato tale attività. E chiede “Accesso agli atti, e di ricevere tutta la documentazione relativa all’autorizzazione dell’impianto di viti concessa all’azienda agricola”.

I documenti sono richiesti alla Regione per quanto riguarda l’autorizzazione dell’impianto di viti, all’Avepa il certificato di abilitazione all’uso di prodotti fitosanitari eventualmente rilasciata all’azienda, al Comune di Vittorio Veneto per la copia della comunicazione di impianto e ogni altro atto relativo, e all’Ulss 2 la copia dei verbali di accertamenti e sopralluogo con le valutazioni in merito alla regolarità della struttura della società agricola, e copia di ogni altro provvedimento relativo.

Anche i genitori hanno risposto duramente alle posizioni dell’azienda che non intende recedere dal suo progetto (qui l’articolo): in una nota di oggi sostengono intanto che “La salute dei nostri figli non ha prezzo e non è in vendita. E’ davvero triste che passi l’idea che chi ha più soldi abbia più diritti. Non è tollerabile, infatti, che, per l’ennesima volta, si mettano le ragioni economiche davanti alla salute di settanta bambini dai tre ai sei anni di età, che vanno tutelati e salvaguardati in tutti i modi possibili. Se la proprietà pensa davvero che i nostri figli non corrano dei rischi, perché non ci mette la faccia?”.

I genitori invitano poi la proprietà a rispettare quanto stabilito dalla delibera firmata dalla Giunta comunale il 10 gennaio ed a non cominciare i lavori di piantumazione, altrimenti interpelleremo le forze dell’ordine preposte. “Anche noi inoltre – assicurano i genitori – chiediamo al sindaco Tonon di verificare la veridicità di tali rassicurazioni date ai mediatori dell’azienda, perché è importante venga fatta chiarezza. Riguardo all’apertura della proprietà nei nostri confronti, con la concessione della coltivazione biologica gli rispondiamo che, se davvero vuole venirci incontro, proponga una permuta al Comune, così potrà piantare il suo amato vigneto lontano dai nostri figli e lavorare più serenamente”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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