Vittoriese trova resti antichi sul monte Altare. L’associazione degli archeologi: “Si lasci ai professionisti”

L’Ana presenta un esposto contro il vittoriese M.B. appassionato di ricerca storica, “reo” di aver scoperto dei presunti resti di antichi scalini e il pavimento di una antica chiesetta sul monte Altare.

L’acronimo richiama gli alpini, ma c’è anche l’Ana, Associazione nazionale archeologi, che a tutela del patrimonio culturale e della professione di archeologo, dopo aver segnalato alla competente Soprintendenza l’accaduto, ha presentato ieri, martedì 26 maggio 2020, un esposto alla Procura della Repubblica di Treviso finalizzato alla verifica di reato per una ricerca archeologica non autorizzata, danneggiamento del patrimonio e, per la prima volta in seguito all’approvazione delle nuove normative nazionali, un esercizio abusivo della professione.

In pratica dopo aver appreso da notizie di stampa delle ricerche dettate da passione del vittoriese che avrebbero portato alla scoperta di resti della antica chiesetta di San Zuane sul monte Altare, gli archeologi si sono quantomeno risentiti.

Dopo aver segnalato alla competente Soprintendenza l’accaduto, la loro associazione ha presentato l’esposto poichè M.B. avrebbe chiarito che nel territorio tra il Monte Altare e il Col San Paolo a Vittorio Veneto, si sarebbe trovato “il pavimento “sepolto da decimetri di humus” della chiesetta, e quindi intrinsecamente confermando di aver operato uno scavo senza permesso alcuno.  Poco oltre si chiede che l’amministrazione comunale “fornisca le liberatorie del proprietario del fondo e di altri eventuali enti preposti per poter eseguire gli scavi, evidenziando così la sua intenzione di sostituirsi ai professionisti nelle operazioni di indagine archeologica e successiva valorizzazione”.

Tale pratica è inammissibile” – afferma Michele Zanchetta, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ Ana ricordando “pratiche dilettantistiche distruttive che si pensavano scomparse da decenni, alla luce della legislazione corrente e del rispetto per i beni culturali”.

Il presidente dell’Ana tuttavia non è stato tenero: “Il patrimonio culturale si difende affidandolo allo studio e alle cure di professionisti competenti, non a dilettanti della domenica” – ha dichiarato infatti Alessandro Garrisi, Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Archeologi – Anche le associazioni di cittadini dovrebbero avere tutto l’interesse ad impedire che improvvisati ricercatori di antichità possano compiere danni al patrimonio che spesso, quando si parla di archeologia, sono irrimediabili”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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