Nuova udienza del processo che vede don Federico De Bianchi accusato di aver molestato sessualmente quattro giovani con problemi psichici, palpeggiandoli nelle parti intime e baciandoli.
A testimoniare ieri davanti ai giudici è comparso l’infermiere che, nel 2011, aveva fatto partire la prima segnalazione all’Usl 2 dopo aver raccolto le testimonianze delle presunte vittime e che ieri ha spiegato: “Ne abbiamo parlato con la Curia di Vittorio Veneto, ma ci chiesero di non denunciare per non far soffrire ulteriormente i ragazzi”.
Accuse che don Federico, difeso dagli avvocati Massimiliano Paniz e Stefano Trubian, ha sempre respinto con forza decidendo di andare a processo e non ricorrere a riti alternativi per dimostrare la sua innocenza.
L’infermiere, che oggi si è trasferito in Inghilterra, all’epoca dei fatti lavorava presso la comunità terapeutica di Villa delle Rose a Vittorio Veneto, frequentata dai ragazzi.
Dove avrebbe raccolto le loro confidenze sulle violenze che avrebbero subito dal “prete social” e che si sarebbero consumate a partire dal 2009, quando don Federico era cappellano degli ospedale di Conegliano e Vittorio Veneto.
Un incarico che l’avrebbe portato a conoscere i ragazzi che, in periodi diversi, erano stati ricoverati nel reparto di psichiatria dell’ospedale coneglianese e avevano frequentato quello di Costa.
“I ragazzi me ne hanno parlato su mia sollecitazione. Avevo notato strane reazioni da parte loro, quando incontravano don Federico”.
L’infermiere, come aveva scritto nella segnalazione inviata all’azienda sanitaria, ha spiegato di aver aspettato che i ragazzi si calmassero e qualche giorno dopo di avergli chiesto cosa era successo: “E loro mi hanno parlato degli abusi” ha detto al giudice.
Aggiungendo che, oltre all’indagine interna dell’Usl 2, c’era stato un contatto con la Curia: “Un responsabile ci assicurò che avrebbero messo fine ai comportamenti esuberanti del parroco – ha spiegato -. Ma ci chiesero di non denunciare, sostenendo che fosse meglio per i ragazzi, per non farli soffrire rivivendo tutto nel processo”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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