Non si spegne l’eco della polemica per l’intervento prima dell’ultimo consiglio comunale di Vittorio Veneto di presentazione degli eventi di prevenzione per il mese rosa della Lilt. Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell’Alta Marca:
“Il giorno 27/9/2019 alle 19, ora prevista per l’inizio del Consiglio Comunale, a telecamere aperte, abbiamo assistito a uno spot di 20 minuti a favore della sanità privata , presentato dal Presidente del Consiglio Comunale Santantonio e, a detta di quest’ultimo, richiesto dal sindaco Miatto e dagli assessori Caldart e Uliana.
In teoria si trattava di presentare un evento sportivo a favore della prevenzione del tumore al seno, promosso dal Centro di Medicina in collaborazione con la LILT e con il Calcio femminile Permac (evento nella cui organizzazione peraltro il Comune non era coinvolto). In pratica l’amministratore delegato del Centro di Medicina ha avuto modo di pubblicizzare la prossima apertura della nuova e più ampia sede , nonché l’attivazione anche a Vittorio Veneto di un mammografo.
Riteniamo che in tale occasione, oltre che utilizzare la sede e l’orario del Consiglio Comunale per pubblicizzare l’azione di una struttura privata, non siano state fornite informazioni adeguate:
1) non è stato detto che una mammografia più visita presso il Centro di Medicina costa 150 euro (vedere volantino pubblicitario presso il Centro di Medicina di Conegliano, dove è già presente un mammografo);
2) non si è ricordato alle donne che nella sanità pubblica esiste da almeno vent’anni un servizio di screening per la prevenzione del cancro alla mammella e alla cervice dell’utero, in base al quale le donne vengono invitate a fare mammografie, visite e prelievi gratuitamente .
Da chi è interessato alla prevenzione ci si sarebbe aspettato un invito alle donne a partecipare in massa al servizio di screening pubblico, non di sicuro informazioni su nuove opportunità a pagamento presso una struttura privata!
3) che la prevenzione del cancro alla mammella, così come quella del cancro alla cervice uterina, richiede un intervento organizzativamente molto complesso che solo il servizio pubblico può dare, che prevede il lavoro di tecnici, radiologi, senologi, anatomo-patologi, oncologi e personale tecnico-infermieristico, in sinergia con la rete della medicina territoriale (e delle associazioni di volontariato). E’ questo costosissimo sforzo che ha permesso un aumento delle diagnosi precoci di alcuni tumori femminili e l’altrettanto precoce intervento terapeutico.
Casomai la richiesta da fare è quella di garantire l’accessibilità del servizio, riducendo al minimo la perdita di tempo e la necessità di trasferimenti a carico delle donne: per questo il nostro Comitato si sta opponendo alla centralizzazione a Treviso del 2° livello della prevenzione del cancro alla cervice uterina.
4) che la scelta sul tipo di esame di screening (come ad esempio mammografia al posto di ecografia) e delle tempistiche di esecuzione (età di inizio e di fine, intervallo fra un controllo e il successivo) deve essere attentamente ponderata e non lasciata arbitrariamente al cittadino o ad un ente privato con interessi di profitto economico. Quando l’esame non è scientificamente appropriato come tipologia o tempistica é dimostrato infatti che si corrono importanti rischi per il cittadino e la comunità.
Questo é il caso ad esempio di donne giovani che, data la bassissima probabilità di avere un tumore al seno e considerati i suddetti rischi, non hanno nessun motivo (eccetto casi molto particolari e rari) di fare esami di screening alla mammella al di sotto della fascia d’età che va dai 40 ai 50 anni.
Resta immutata la nostra stima e simpatia per le calciatrici vittoriesi e per la Lilt, che ovviamente scelgono le collaborazioni che ritengono opportune.
Riteniamo invece non corretto che in sede istituzionale, con l’avvallo del Sindaco, venga fatto passare il messaggio che la prevenzione pubblica può essere equiparata alle azioni di un ente privato, evidentemente circoscritte e comprensibilmente interessate al profitto, derivante da un aumento talvolta indiscriminato delle prestazioni sanitarie.”
(Fonte: Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica dell’Alta Marca).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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