Angelica Cormaci scrive al magistrato per chiedere di essere interrogata. E la 24enne, in carcere insieme all’amica Patrizia Armellin con l’accusa dell’omicidio volontario del 57enne Paolo Vaj la notte del 18 luglio 2019, torna ad assumersi la responsabilità del delitto: “In quella casa c’erano i demoni. Paolo era cattivo e picchiava Patrizia. Per questo l’ho ucciso”.
La giovane, reclusa alla Giudecca a Venezia, ha mandato al sostituto procuratore Davide Romanelli che coordina l’inchiesta sul delitto, due lettere contro il parere del suo stesso avvocato.
Missive dai toni deliranti dove la 24enne che racconta di “demoni” che avrebbero abitato la casa dove si è consumato l’omicidio, ribadisce quanto aveva ammesso davanti ai carabinieri subito dopo il delitto: “Picchiava Patrizia, l’ho soffocato con un cuscino per proteggere Mamy”.
Una ricostruzione che è stata smentita dall’autopsia che ha accertato la morte per schiacciamento toracico e si ipotizza che le due donne potrebbero essere salite sul torace di Vaj. La giovane di origine siciliana è legata da un rapporto morboso con la 54enne compagna della vittima che considera sua madre.
E ha deciso di scrivere al magistrato anche se il suo avvocato Stefania Giribaldi era contraria: “Perché Angelica si assume tutte le colpe – spiega la difesa -, e mi chiedo quanto sia indotta a farlo nell’ambito di un omicidio sulla cui dinamica c’è ancora molto da chiarire. La mia assistita non sta bene e deve essere sottoposta a una perizia psichiatrica”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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