Vittorio Veneto, anziana applica il suo biotestamento e muore: rifiutate tutte le cure

Da quando si era ammalata a fine gennaio, non mangiava più, ha bevuto solo acqua e succhi di frutta, qualche vitamina. Non ha voluto assumere altro. Anziana di 88 anni, malata, ex dipendente pubblica, è morta, ormai debilitata e uccisa da una malattia la scorsa notte. Aveva chiesto l’applicazione del suo testamento biologico: e chiusa in casa, a letto, ha aspettato lucidamente la morte.

Non aveva più parenti, sola al mondo, a parte un’amica di Modena, era solo assistita da un più giovane conoscente, che ha voluto garantirne le volontà esplicate chiaramente e scritte in diverse copie su fogli di carta semplice (nella foto sopra).

La nonnina ha anticipato i tempi della legge sul biotestamento, in vigore da gennaio.  Soprattutto nella parte che dice: “Ogni persona capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso”.

Il suo testamento biologico lo aveva preparato ancora in tempi non sospetti, nel gennaio del 2009, quando aveva 79 anni. Ha superato sempre da sola gli acciacchi, salvo l’ultimo che l’ha costretta a letto e per il quale non ha voluto in via assoluta essere curata. Ha accettato solo nei giorni scorsi un breve trasferimento per una ecografia, facendosi trasportare in carrozzina, in un centro medico specializzato per l’esame.

La situazione sarebbe stata scoperta solo casualmente da un medico vittoriese, fermato dal conoscente in strada, e condotto nel piccolo appartamento della donna in centro, per una visita che potesse stabilire la natura del male e farle sapere se fosse di natura irreversibile. L’anziana ha concesso solo di fare i prelievi del sangue e la Tac. L’esito non è ancora noto. E’ morta prima, lasciando un biglietto, l’ultimo, pregando in caso di morte di avvisare l’amica modenese.

Nel suo testamento l’anziana aveva scritto: “Io sottoscritta, […] nata a Vittorio Veneto, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e in totale libertà di scelta dispongo quanto segue: in caso di malattia, o lesione traumatica cerebrale irreversibile o invalidante, chiedo di non essere sottoposta ad alcun trattamento terapeutico di sostegno nutrizionale o idratante. Queste mie volontà dovranno essere assolutamente rispettate dai medici che si prenderanno cura di me”.

Inutili gli inviti a desistere dei medici, alle prese davvero con problemi di coscienza e di etica, ma soggetti alla volontà dell’anziana, decisa fino all’ultimo di non farsi curare.

(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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