Vittorio Veneto, brucia l’effigie di Zaia nel falò. Identificato l’autore: “Gesto goliardico, non ho nulla contro di lui”

Non si sa se il Presidente della Regione Luca Zaia agirà o intenderà procedere per tutelare la sua immagine o se la Procura agirà d’ufficio per vilipendio, ma intanto i carabinieri sono ben presto risaliti ai responsabili del falò in cui Zaia, in caricatura su un cartello di grandi dimensioni, ha fatto le funzioni della “vecia” e ieri sera, martedì 5 gennaio, è stato dato alle fiamme.

Un video a testimonianza che ha suscitato da una parte ilarità e dall’altra anche molte proteste, è ben presto circolato in rete e con questo anche la polemica a sfondo politico.

I carabinieri della stazione di Vittorio Veneto in ogni caso venuti ancora in serata in possesso del video, hanno identificato questa mattina in via Giusti, trovando anche i resti inequivocabili del falò famigliare, l’ideatore dell’iniziativa (si tenga conto che i falò erano comunque vietati) e colui che ha realizzato e acceso nel cortile di casa la pira: è stato così segnalato alla Procura C.M., 48 anni.

L’uomo ha ammesso senza problemi di aver realizzato a scopo goliardico il “panevin” senza alcun intento o scopo intimidatori o offensivi nei confronti del presidente della Regione, e ha pure confermato nel suo profilo Facebook i preparativi.

Certo a molti elettori di Zaia in città questo episodio ha fatto storcere la bocca, trovando comunque anche diversi sostenitori che non hanno nascosto le lamentele alle normative restrittive imposte dalla Regione nella lotta contro il Covid.

In realtà nel fatto non sono state ravvisate particolari violazioni (a parte il divieto dei fuochi), e i carabinieri hanno pertanto solo consegnato alla magistratura la relazione.

Sarà la Procura a fare le eventuali valutazioni di competenza, e i passi successivi. Non si sa ancora chi abbia poi diffuso i video in rete, ma, anche per questo, sono in corso degli accertamenti.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: web).
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