Chiesa non sicura: quest’anno la tradizionale messa di San Rocco, celebrata dal parroco di Ceneda don Graziano De Nardo, si è svolta all’aperto per volontà della famiglia Bezzo, proprietaria dell’antica chiesetta: è la prima volta dalla sua costruzione, il tempietto infatti risale alla seconda metà del XV secolo, costruito sulle rovine del “Castrum Sancti Helisei”, distrutto dalle incursioni barbariche degli ungari nel 1411. Ed eretto nella forma definitiva nei primi decenni dell’800.
Da anni, secoli, la messa del 16 agosto a San Rocco è meta di molti fedeli di Ceneda, e anche questa volta hanno risposto almeno un centinaio di persone. Ma questa volta le problematiche, peraltro già note da anni, erano tali che, come spiega Redo Bezzo, non è stato possibile fare altrimenti: “Il problema è la copertura, e le recenti piogge insistenti, le infiltrazioni l’hanno ridotta in modo tale che ci è stato consigliato, per questa volta e per una questione di sicurezza, di non celebrare la messa all’interno del tempietto. L’urgenza di un intervento radicale riguarda il tetto, il cornicione, il campanile”.
Sullo stato della chiesetta di San Rocco, il possibile smottamento a cui è sottoposta, già da anni c’è anche l’allarme del consiglio di quartiere di Ceneda, per un intervento che comprenda anche l’aiuto delle istituzioni visto che la proprietà non potrebbe sobbarcarsi gli oneri di una ristrutturazione complessiva di cui l’antica costruzione avrebbe bisogno, considerato che si tratta di un bene di valore storico e architettonico.
Finora non è stato possibile, ma il fatto che ora molti cittadini abbiano potuto verificare – per fortuna con disagi limitati data la bella giornata – probalmente farà ritornare di attualità il problema. “Di certo non potremo sempre celebrare la messa secolare di ringraziamento a San Rocco all’aperto -afferma Redo Bezzo -. E’ stata una misura provvisoria, ma dovremmo sistemare almeno la copertura, per evitare che magari cada qualche frammento di intonaco superficiale”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione famiglia Bezzo).
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