Vittorio Veneto, comitato per la sanità pubblica in allarme: “La cooperativa per il punto nascite, messaggio di precarietà”

Il futuro della sanità veneta sarà la privatizzazione? Se lo chiedono preoccupati i rappresentanti del comitato per la difesa della sanità pubblica dell’Alta Marca dopo che l’Ulss 2 Marca Trevigiana a partire dal 28 ottobre ha affidato per 5 mesi a una cooperativa il servizio di guardia pediatrica e ostetrico-ginecologica del punto nascite di Vittorio Veneto, per una somma corrispondente a 748.000 euro, cui si aggiungono altri analoghi interventi presso l’ospedale di Oderzo, per un totale di un milione di euro.

“Il processo di precarizzazione/esternalizzazione del personale infermieristico e medico è in atto da oltre un decennio e sta subendo negli ultimi tempi una forte accelerazione – spiega in una nota il comitato -. La Regione sta privatizzando pezzi sempre più ampi della sanità veneta, con il preciso obiettivo di fare spazio allo sviluppo della sanità privata, ridimensionando/impoverendo le strutture e i servizi pubblici, a partire dalle aree più periferiche”.

Altro problema il taglio di posti letto negli ospedali, reparti e servizi centralizzati negli ospedali più grandi, che costringono persone malate con prescrizione di visite urgenti a spostarsi da un capo all’altro della Provincia. Questo provoca disagi e disservizi e induce gli utenti a rivolgersi al privato.

In questo caso – dicono al comitato – è evidente che l’affidamento a privati e per soli 5 mesi di un servizio così delicato, in cui è particolarmente importante il rapporto di fiducia medico-paziente, trasmette un messaggio di precarietà e provoca incertezza e malumore in donne e genitori”.

Questo – proseguono – va a indebolire ulteriormente il punto nascite di Vittorio, oggetto da anni di depotenziamento e di tentativi di accorpamento a Conegliano, senza che vi siano garanzie che il reparto coneglianese sia adeguato a dare risposta alle esigenze di tutta l’area nord della Marca”.

“Va detto – concludono – che la mancanza di medici specialisti, portata a giustificazione sia della privatizzazione sia della riduzione/centralizzazione di reparti e servizi , non è un evento inaspettato, ma è frutto di una grave mancanza di programmazione. È necessario che la Regione, insieme allo Stato, stanzi più soldi per finanziare l’accesso alle specializzazioni”.

(Fonte: Comitato per la difesa sanità pubblica).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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