Partito subito con un colpo di scena il primo consiglio comunale dell’anno a Vittorio Veneto, svoltosi nell’aula civica del Museo della Battaglia anziché in aula consiliare: un intervento in avvio del capogruppo leghista Mario Rosset, di fatto ha portato a dimezzare l’ordine del giorno.
Con la presentazione di una mozione d’ordine Rosset ha voluto porre in discussione le interrogazioni della minoranza ritirate lo scorso consiglio comunale.
Sono state rimesse all’ordine del giorno, ma in pratica dovevano essere ripresentate ufficialmente dai consiglieri di minoranza.
E qui Rosset ha trovato sponda nel capogruppo del Pd Marco Dus che ha riconosciuto come da regolamento il difetto di procedura, ma di fatto ha confermato anche la tesi del presidente del Consiglio Paolo Santantonio il quale aveva esplicitamente messo in evidenza come ci fosse un accordo tra gentlemen tra capigruppo, in una riunione a cui Rosset non aveva partecipato mandando in sua vece il consigliere Gomiero.
A maggioranza, 6 favorevoli del gruppo Lega, mentre tra gli astenuti con il Pd anche i tre del gruppo Toni Miatto sindaco e tre contrari tra cui lo stesso presidente Santantonio, la mozione è stata approvata, e quindi l’ordine del giorno è partito dal punto 6 dei 9 iscritti. Interrogazioni rinviate a data da destinarsi.
Quindi, oltre a una serie di schermaglie personali, avanti con le mozioni di Mirella Balliana per l’accessibilità della vasca interna della piscina comunale alle persone con disabilità, per la quale è stato assicurato l’impegno dell’amministrazione ed è in iter un progetto.
Balliana ha rilanciato in questo caso anche la necessità di una commissione o gruppo di lavoro per le disabilità per i consigli rispetto a scelte nell’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma la mozione non è passata, non senza contestazioni.
Come non è passata quella dei gruppi di minoranza del Pd e Marco Dus sindaco con la quale la consigliera De Nardi ha proposto un contributo attraverso un fondo apposito per la sostenibilità del pagamento degli affitti di immobili non residenziali, a chi insomma affitta locali commerciali e laboratori di artigianato e non si vede pagato il canone per la crisi da Covid.
Qui il dibattito è stato molto acceso e si è allargato ad altri tipi di contribuzione da crisi di pandemia, alle proteste dei commercianti e cittadini in difficoltà.
Con l’allarme che decine e decine di locali pubblici alla fine chiuderanno in città.
Chiamato in causa e sollecitato ad utilizzare il fondo accantonato, il vicesindaco e assessore al Bilancio Gianluca Posocco si è detto molto preoccupato. “Non siamo solo noi a dover intervenire, ma anche lo stato con i suoi bonus e rimborsi che non sono arrivati. Ci sono però persone, il lavoro a chiamata, che non lavorano da marzo. Abbiamo fatto incontri con Confcommercio e Confartigianato per capire la strada percorribile per aiutarli”.
“La crisi è profonda, e cosa serve a loro. Ci hanno chiesto di dare garanzie per prestiti con Cofidi, e prossimamente procederemo con questa operazione che copre minori entrate e maggiori spese legate all’emergenza. Noi abbiamo 1 milione e 100 mila euro da parte che ci consentiranno di coprire le minori entrate da Imu, meno 600 mila euro, Tosap e Irpef. Non ci rimarrà molto. Altre operazioni sono da quantificare”. La mozione è stata respinta.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
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