Due colpi: uno allo sterno, quasi superficiale, e l’altro fatale, portato con violenza che si è infilato all’altezza della clavicola tranciando di netto l’arteria succlavia, provocando una emorragia fatale. Luciano Dall’Ava sabato sera ha avuto un’agonia breve dopo la colluttazione con il suo assassino.
È quanto sarebbe emerso dall’esame esterno del corpo del pensionato 72enne di Colle Umberto, nella visita necroscopica eseguita questa mattina all’obitorio di Conegliano.
È stato quasi certamente un delitto passionale, il colpo inferto con ferocia da Giovanni Maria Cuccato, 46enne originario di Conegliano (nella foto sopra al momento dell’arresto) lo starebbe a dimostrare, anche se gli inquirenti ovviamente continuano i loro accertamenti.
Si fanno più chiari comunque i contorni di quanto successo dalle 21.20 di sabato sera in piazza Fiume a San Giacomo.
Il Cuccato non voleva saperne di interrompere una relazione con la 39enne nigeriana Joy, residente tra l’altro proprio nelle vicinanze del luogo del delitto.
Secondo quanto ha dichiarato negli interrogatori, stava passando per caso: aveva in atto un trasloco da Conegliano nella nuova casa di Osigo, e nel centro di San Giacomo, praticamente deserto, in piazza Fiume ha intravisto la donna nell’unica auto presente, il pick up di Dall’Ava.
Per questo si è fermato e preso da un raptus di gelosia cieca ha colpito la vittima che prendeva le difese della donna, che lui stava frequentando da un anno, credendo che fosse il nuovo “compagno”. Si è pure ferito a sua volta, e per questo è stato portato al pronto soccorso per le medicazioni.
Poi ha parcheggiato l’auto in piazza Fiume, dietro la chiesa e si è allontanato a piedi. Nel frattempo la donna ha dato l’allarme, ha fornito tutte le indicazioni per la ricerca compreso il tipo di auto. Il rintraccio è avvenuto nel giro di pochi minuti: una rapida perlustrazione della zona ha permesso di trovare subito la Fiat Punto, lasciata aperta.
C’era il sangue sul volante, all’interno c’erano i fazzoletti sporchi di sangue, e il coltello, l’arma del delitto, lasciato sul tappetino poggiapiedi.
Cuccato era rimasto nei paraggi: i carabinieri proseguendo le ricerche a raggio lo hanno fermato in via Mezzavilla, mentre ritornava verso la piazza, per raggiungere la macchina. Certo la situazione di coprifuoco ha aiutato gli inquirenti a lavorare in una San Giacomo deserta, e quindi le indagini hanno potuto prendere subito la piega giusta.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
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