Vittorio Veneto con il suo ospedale, ancora una volta Covid-hospital, è in prima linea dal marzo 2020. Per maggioranza e minoranze la comunità vittoriese sta dando tanto ma non altrettanto riceve, visto che oltre a dover fare riferimento ad altri nosocomi per visite, esami e anche per le urgenze da pronto soccorso, deve fare chilometri pure per sottoporsi a un tampone o alla vaccinazione anti Covid.
Il consiglio comunale, martedì sera, a più voci ha espresso dissenso per la situazione vissuta dalla comunità vittoriese. Il primo ad esternare il proprio pensiero è stato l’ex sindaco Roberto Tonon (Pd): “A fronte della ristrutturazione sismica doverosa e attesa da anni, è stato scelto il nostro ospedale per l’ennesima volta come ospedale Covid per tutta la zona. Quello che spiace è che se da un lato per l’ennesima volta si chiede un atto di responsabilità alla città, dall’altro alcuni servizi vengono sfrondati, pensiamo al punto nascite per il quale è sempre stato promesso che non ci sarebbe stato alcun problema e invece qualche problemino c’è. Ma pensiamo solo al fatto che per andare a farsi il vaccino bisogna migrare da altre parti. Da un lato dobbiamo dare, dall’altra per utilizzare un servizio dobbiamo muoverci. Ecco, forse da questo punto di vista la dirigenza dell’Ulss dovrebbe essere un po’ più oggettiva nei suoi comportamenti: dove chiedo, do anche”.
Pure il consigliere Gianantonio Da Re (Lega) è intervenuto sul tema. “Assieme dobbiamo trovare delle soluzioni da presentare all’Ulss su cosa fare sull’ospedale di Vittorio Veneto. Va bene la ristrutturazione sismica, ma dobbiamo capire quali sono i reparti di eccellenza che vanno installati a Vittorio Veneto e i cinque posti di terapia intensiva che danno la possibilità all’ospedale di essere autonomo – ha sottolineato -. Chiaro che non possiamo avere due ortopedie a distanza di 12 chilometri, ma da una parte si fa un’eccellenza, dall’altro un’altra cosa. Per noi l’ospedale di Vittorio Veneto è fondamentale: non lo possiamo perdere“. E rivolto a Tonon ha aggiunto: “La vostra preoccupazione è anche la nostra preoccupazione”.
“Nel vicentino ci sono state consistenti manifestazioni di comunità, con i sindaci pure scesi in piazza, per manifestare il disagio per ospedali convertiti in Covid-hospital” ha evidenziato Alessandro De Bastiani (Rinascita Civica). “Un’iniziativa simile dovrebbe partire anche dal sindaco” ha auspicato rivolto a Miatto.
La consigliere Barbara De Nardi (Pd) ha evidenziato i disagi patiti da tanti genitori costretti a fare code infinite fino a pochi giorni fa al punto tamponi della Zoppas Arena per sottoporre i figli ad un tampone. “Mia figlia che va all’asilo è arrivata al 15esimo tampone in due anni, vuol dire ore e ore di attesa – ha testimoniato De Nardi – Quali sono le compensazioni alla popolazione vittoriese in termini di gestione quotidiana? Nuovi centri vaccinali aprono a San Vendemiano e ancora a Godega, testimoniando uno sbilanciamento sul territorio. I cittadini vittoriesi stanno semplicemente dando. Mi aspetto che si guardi anche un po’ più in su di Conegliano, Godega di Sant’Urbano o San Vendemiano”.
Ed ha ricordato come grazie all’impegno volontario di professionisti in passato a Vittorio Veneto era stato attivato un punto tamponi su prenotazione.
“Ha ragione sui tamponi la consigliere De Nardi – ha ammesso in aula Miatto – e ne ho interloquito con la direzione del nostro ospedale”.
Il sindaco ha escluso di mettersi in testa ad una manifestazione di piazza come fatto nel vicentino e come auspicato da De Bastiani, però “da tutte le interlocuzioni avute con l’Ulss e con i Comuni contermini, da Valdobbiadene a qui, ravvisiamo che c’è questa carenza nella parte nord dell’Ulss. A me sono stati chiesti 500 metri quadrati per mettersi in moto (per un punto tamponi o vaccini ndr), ma 500 metri quadrati non li ho, magari sì qualche palestra, ma devo escludere la scuola dalla palestra. Al momento non ho avuto soddisfazioni dalla ricerca. Insisterò con l’Ulss perché è vero” ha promesso con riferimento allo sbilanciamento sul territorio dei servizi tamponi e vaccinazioni, di cui l’area vittoriese è priva.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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