Aperto il Centro operativo comunale (Coc) per l’emergenza Ucraina. A Vittorio Veneto oggi venerdì il sindaco Antonio Miatto ha firmato l’ordinanza di attivazione della struttura nell’ambito del piano di protezione civile.
“Se i primi arrivi di profughi sono risultati abbastanza organizzati essendo ricongiungimenti con famigliari già presenti nel nostro territorio, presumiamo – dice il primo cittadino – che ne possano arrivare altri, senza però avere la possibilità di ricongiungersi a qualcuno. Servono quindi strutture per il loro accudimento, nelle quali offrire vitto e alloggio. E in questo caso ci può essere un apporto da parte della protezione civile. Si può dunque fruire di questa rete di associazioni se c’è il Coc aperto, struttura che rimarrà attiva fino a fine emergenza”.
Lo stato di emergenza comunale è dunque teso a fornire la massima collaborazione al sistema di protezione civile nell’attuazione degli interventi urgenti per l’attività di soccorso e assistenza ai profughi. Il centro operativo attiverà le associazioni e i volontari di protezione civile per le attività che si dovessero rendere necessarie.
“Abbiamo già preso visione della disponibilità di spazi, brandine e materiale per la logistica – prosegue Miatto -, tecnicamente siamo preparati”. Il Comune è anche al lavoro per individuare ulteriori strutture private, anche capienti, che possano dare accoglienza ai profughi.
Intanto il segretario del circolo vittoriese del Partito democratico Fabio Braido propone all’amministrazione comunale “di aprire un tavolo tecnico di lavoro e di confronto con i Comuni limitrofi, istituzioni, enti pubblici e privati interessati fintanto che l’allerta è ancora al primo dei tre livelli previsti dalla Regione Veneto per l’emergenza profughi”.
E sull’accoglienza aggiunge: “Per superare la reticenza da parte dei privati ad offrire gli appartamenti e le case sfitte, è opportuna l’approvazione di un provvedimento che, con un fondo pubblico di garanzia, li tuteli – afferma Braido -. Esistono numerose abitazioni di recente costruzione che difficilmente trovano un mercato: il sindaco inviti i costruttori a mettere a disposizione parte di quegli alloggi, con un fitto da concordare con la Regione che adotterà, a proposito, uno specifico provvedimento. Allo stesso modo potrebbe essere adottata, in concertazione tra Comune, Provincia e Regione una delibera che conferisca all’amministrazione locale la disponibilità degli alloggi di proprietà pubblica per le famiglie ucraine esuli. In particolare a Vittorio Veneto è davvero significativo il numero di alloggi, se si considerano tutti quelli di proprietà comunale, provinciale (gestiti dall’ente Ater con legge regionale) e del demanio”.
“Il tavolo – replica Miatto – è già aperto in prefettura. Quanto agli alloggi comunali, sono tutti conferiti all’Ater e quelli abitabili sono tutti occupati, così come evidenziato anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale. In città non ci sono ad oggi alloggi popolari abitabili non occupati”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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