Vittorio Veneto, fondazione Fenderl da Ipab a istituto privato: evitata la fusione con il Cesana Malanotti

Risale alla scorsa settimana la riunione del consiglio di amministrazione della fondazione Fenderl. Le delibere approvate tengono conto della volontà espressa nel consiglio comunale di Vittorio Veneto del primo marzo 2018, in cui si invita la fondazione a continuare il proprio lavoro verificando le possibilità e i rischi derivanti dalla perdita del patrimonio della fondazione stessa.

È probabile infatti che venga approvata la legge regionale sulle Ipab (Istituti pubblici di assistenza e beneficenza), la quale prevede di fatto l’eliminazione di tali istituti. Come afferma Giancarlo Scottà (nella foto), presidente del consiglio di amministrazione della fondazione Fenderl: “Finché la fondazione esiste continua con le sue attività benefiche a favore dei più deboli, se cessa il patrimonio va alla biblioteca vaticana per decisione testamentaria dello stesso Ettore Fenderl”.

Durante la scorsa assemblea, quindi, il consiglio di amministrazione della Fenderl ha approvato il passaggio da Ipab a fondazione privata per garantire il proseguo delle attività. “Continueremo a fare il nostro lavoro senza remunerazione perché crediamo nell’aiuto, soprattutto di quelle persone diversamente abili che una volta senza genitori non hanno più nessuno a cui affidarsi”, commenta Scottà.

Gli altri punti approvati riguardano la sistemazione della tomba di Ettore Fenderl e del sito internet della fondazione, in cui si potranno leggere le delibere dall’anno scorso in poi, il testamento e la volontà di Ettore Fenderl, “così tutti sapranno e non spariranno i valori della fondazione”.

Era stato il consigliere di minoranza Paolo Santantonio, durante l’ultimo consiglio comunale, a paventare la possibilità del passaggio da Ipab a fondazione di diritto privata. “Il progetto di legge regionale 25/2015 di riforma delle Ipab – spiega Santantonio – non prevede affatto la soppressione della Fenderl qualora non sia incorporata nel Cesana, né tanto meno il rischio di far finire il suo patrimonio nel “Fondo regionale di garanzia”, ma prevede invece la possibilità che si trasformi in persona giuridica di diritto privato mantenendo le proprie finalità statutarie e il proprio patrimonio”.

La paura emersa in consiglio comunale, infatti, era la fusione Cesana-Fenderl, che il presidente dell’Istituto Cesana Malanotti auspicava: “Su questo punto, infatti, era stata fatta una “battaglia comunicativa di disinformazione” – continua Sant’Antonio – Solo per le Ipab destinate a trasformarsi in aziende pubbliche di servizi alla persona, cioè quelle che gestiscono residenze assistite, circa 175 sulle 200 Ipab regionali, il progetto di legge prevede la confluenza del patrimonio nel costituendo “Fondo regionale di garanzia dei servizi alla persona” “.

(Fonte: Francesca Rusalen © Qdpnews.it).
(Foto: Youtube, Giancarlo Scottà).
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