Probabilmente finirà, ma più probabilmente ancora no, come vogliono molti vittoriesi ed esponenti politici dei vari schieramenti, pronunciatisi lo scorso mercoledì 22 settembre nel corso del consiglio comunale, in un grande parco pubblico donato (o prestato, o venduto) alla città, a fronte di un minimo di edificabilità. Ma sarà la scelta definitiva? Il futuro della storica e famosa area Borca, acquisita dopo il fallimento della precedente proprietà da una altrettanto nota famiglia vittoriese, non è propriamente così chiaro.
Cassato dalla politica attuale l’ultimo progetto di recupero, non senza le solite polemiche che si dedicano alle cose dimenticate che all’improvviso prendono vita, a bocce ferme ora vale la pena scoprire – e ci aiuta in questo il blog del professore, storico e sportivo Ido Da Ros, autentica memoria dei fatti e dei sogni cittadini – cosa è passato per la mente di tante amministrazioni per rendere “utile” quel brolo che congiunge Sant’Andrea a Serravalle. Da Ros conferma che l’area in passato è stata proprio oggetto dei sogni di tanti pubblici amministratori vittoriesi.
E quindi? Ecco il resoconto nel blog gestito da Da Ros, giusto per memoria: “Nel lontano 1980 si parlò di realizzarvi una scuola materna e un centro sociale dotato di una sala capace di 120 posti per assemblee e proiezioni. Altre sale sarebbero state adibite ad audizioni musicali e alla ginnastica correttiva e rieducativa. Tre anni dopo, 1983, si fece strada l’idea di adibire i due rustici che delimitano l’area a Museo della cultura contadina affiancato da un ristorante con cucina tradizionale vittoriese. Nel 1984 la proposta della creazione di un Museo del vino o etnografico con tanto di anfiteatro all’aperto, un parco con laghetto artificiale e un parcheggio di 150 posti auto. Quest’ultimo riservato in particolare ai tanti turisti che intendevano salire sul Pizzoc usufruendo della comoda funivia di ormai prossima realizzazione”.
Periodo di pausa e riflessione, poi nel più vicino 2001 il progetto di ospitare il mercato del lunedì e un parcheggio ancora più grande (500 posti auto) e coperto. Quattro anni dopo l’idea venne “perfezionata” dall’intenzione di costruire una grande piattaforma in cemento sulla quale avrebbero trovato posto le bancarelle del mercato”.
E ora? Contribuisce a diradare – forse – la cortina dei dubbi il sindaco Antonio Miatto, al quale l’ultimo consiglio comunale ha dato mandato (ora interrotto momentaneamente per problemi sorti nel frattempo) di relazionarsi con l’attuale proprietà.
Questa a seguito della discussione consiliare e delle polemiche ha ripresentato il vecchio progetto con la cessione di un ettaro dell’area al Comune trasformato in giardino, ovviamente da mantenere: “Non è fattibile per il Comune, è fuori discussione – spiega Miatto – e si presenta una spesa inutile. A noi non serve un giardino, ci servivano i posti auto per Serravalle. L’offerta così com’è non ci interessa. Al limite quindi, e per quanto ci riguarda, potranno essere ristrutturati i due rustici e per il resto rimane come è”.
E fino a nuova “destinazione”, tra qualche anno ancora, l’area Borca rimarrà prato seminativo e, pare, non tornerà tanto presto in consiglio comunale.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it