Vittorio Veneto, il Comitato di salute pubblica: “Servono più tamponi, la gente e gli operatori sanitari sono in difficoltà”

Per il Comitato di sanità pubblica Alta Marca Trevigiana non si sarebbe fatto abbastanza per contrastare il diffondersi della pandemia del coronavirus, rilevando lacune organizzative nel piano annunciato dalla Regione.

“Chiediamo quindi che venga fatto tutto il possibile per diagnosticare, isolare e trattare precocemente sul territorio i malati del nuovo Coronavirus, anche per non sovraccaricare ulteriormente le strutture ospedaliere – scrive il comitato in una nota -. Consapevoli del gravissimo momento che stiamo tutti vivendo, abbiamo accolto con spirito di solidarietà la trasformazione temporanea dell’ospedale di Vittorio Veneto in centro Covid-19 e ci aspettiamo che alla conclusione dell’emergenza il nostro ospedale venga subito ripristinato con le sue funzioni di struttura per acuti, potenziata con il mantenimento dei posti letto di terapia Intensiva attivati in questa occasione”.

Sotto accusa sarebbe la procedura dei tamponi, che pure in Veneto vanta il maggior numero eseguito. “Ma il 23 marzo l’Ulss 2 confermava l’inizio della “campagna di screening” con un comunicato ufficiale – afferma il Comitato -. Il piano prevedeva l’esecuzione del tampone a tutti gli operatori sanitari ospedalieri e territoriali e d’intesa con i medici di medicina generale anche alle persone per le quali sia necessario porre diagnosi di Covid-19 e condurre il programma assistenziale e terapeutico extraospedaliero”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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