Il crollo del ponte Morandi di Genova ha sconvolto tutta Italia, aprendo una ferita che ci metterà molto a rimarginarsi. Sull’onda dell’emozione, come è normale che sia, la gente alza gli occhi al cielo e dove vede viadotti chiede sicurezza.
È il caso di Vittorio Veneto, attraversata dall’A27 nel percorso da Venezia a Belluno. In realtà questo tratto di autostrada e i relativi viadotti, sono stati costruiti in due tranche.
La prima, fino a Vittorio Veneto, con il viadotto di San Fris e di Longhere è stata inaugurata nel 1972. La seconda, che si addentra tra le Prealpi scavalcando con alcuni arditi viadotti la Val Lapisina fino a Pian di Vedoia, risale al 1995.
A fare il punto sullo stato di salute dei manufatti e sulle relative manutenzioni è il primo cittadino di Vittorio Veneto, Roberto Tonon.
Il sindaco non si è sottratto alle domande, dando alcune interessanti informazioni a cominciare dal viadotto di San Fris in località Ceneda. Nel 2017 il quarantennale logorio del tempo, aveva causato evidenti avvisaglie di degrado.
Il gestore, come confermato dal sindaco Tonon, è immediatamente intervenuto e i segni del restauro effettuato sono visibili sui piloni. Tonon ha poi ribadito che verrà chiesta una verifica particolarmente approfondita a Società Autostrade sulle strutture autostradali vittoriesi, soprattutto su quelle degli anni 70.
Il viadotto sulla Val Lapisina o Fadalto come lo si voglia chiamare, risale al 1995. Pur essendo state applicate tecniche ingegneristiche molto diverse rispetto a quelle degli anni ’70, sarà egualmente oggetto di richiesta di verifica da parte del Comune.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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