Vittorio Veneto, il teste commette una rapina e le accuse vengono riconsiderate. La difesa di don Federico: “Non è attendibile”

“Ha commesso una rapina. Non è più un teste attendibile e le sue accuse vanno riconsiderate”. Il teste in questione è uno degli accusatori di don Federico De Bianchi, l’ex parroco di Santa Giustina a processo per violenza sessuale nei confronti di quattro giovani con problemi psichici, che sarebbero stati palpeggiati nelle parti intime e baciati contro la loro volontà.

Il giovane, all’epoca dei fatti minorenne, incensurato e con qualche problema di tossicodipendenza, non si era costituito parte civile nel processo ma era stato chiamato a testimoniare in aula e aveva raccontato dei presunti abusi subiti dal sacerdote nel 2009, quando don Federico era cappellano degli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto.

Ma ora i legali del sacerdote vogliono che il giudice rivaluti la sua “attendibilità” perché, nell’aprile scorso, il giovane è stato arrestato: è stato infatti considerato l’autore della rapina al titolare dell’albergo Calvi a Vittorio Veneto.

Quando col volto travisato da mascherina e cappuccio in testa, sarebbe entrato nella hall e avrebbe estratto una pistola da soft-air, minacciando due clienti e facendosi consegnare 160 euro in contanti.

Era poi fuggito, ma era stato bloccato dal proprietario e consegnato ai carabinieri. Il giudice si è riservato la decisione su un’eventuale nuova audizione.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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