Vittorio Veneto, il vescovo Ilario Antoniazzi racconta la Tunisia stretta nella morsa del Covid: “Sull’orlo della catastrofe umanitaria”

C’è un vescovo originario della diocesi di Vittorio Veneto alla guida della comunità cristiana tunisina. Si tratta di monsignor Ilario Antoniazzi, nato a Rai di San Polo di Piave il 23 aprile 1948, ordinato presbitero a Gerusalemme il 24 giugno 1972 ed eletto arcivescovo di Tunisi (nella foto, l’arcivescovado) il 21 febbraio 2012, con consacrazione a Nazareth il 16 marzo 2013.

Monsignor Antoniazzi ha scattato, in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Avvenire e pubblicata sull’edizione del 15 agosto, una fotografia ricca di particolari del Paese africano martoriato dal Covid. “Siamo sull’orlo della catastrofe umanitaria” ha detto a chiare lettere il presule originario della diocesi vittoriese, riferendosi al fatto che la Tunisia è lo Stato africano con il più alto tasso di mortalità, con un numero di decessi che difficilmente scende sotto i 150 al giorno.

“La crisi sanitaria ha bloccato l’economia – ha proseguito – Le possibilità di lavoro si riducono. Le aziende chiudono. Gli investimenti internazionali crollano. Il turismo, che era una voce importante, è stato azzerato. A tutto ciò si aggiunge il caos istituzionale”, con “l’assenza di un ministro della sanità” e la sospensione dell’attività del Parlamento decisa dal presidente della Repubblica.

Alla domanda di Avvenire su come viva la Tunisia il periodo pandemico, il vescovo Antoniazzi ha risposto: “Nel giorno del suo onomastico, il Covid ha ucciso una nostra religiosa: si chiamava suor Maddalena e aveva 51 anni. Visitando gli ospedali, posso dire che stiamo attraversando uno dei periodi più bui della storia recente. I malati restano nei corridoi, senza letti; alcuni sono per terra; altri stazionano fuori dei nosocomi in attesa del loro turno per l’ossigeno… sempre che l’ossigeno ci sia. Tutto ciò è terribile, date le poche possibilità che abbiamo”.

Nell’intervista, monsignor Antoniazzi non ha usato mezzi termini: “Qualcuno dice che in Tunisia il coronavirus abbia contagiato 5 milioni di persone, ossia quasi la metà della popolazione. Le autorità politiche non intervengono con la giusta severità. Anche per questo la gente non ha preso sul serio l’emergenza sanitaria (…) Alcuni medici sostengono che i dati governativi sulla pandemia vadano moltiplicati per tre”.

Eloquenti i dati sulle vaccinazioni, proprio mentre Papa Francesco continua a chiedere più vaccini per tutti, Paesi “fragili” compresi… “Qui i vaccinati sono appena il 12%, anche se qualcuno ritiene che ci fermiamo all’8%. Abbiamo i vaccini più disparati: dal cinese al russo, fino a quelli occidentali. Certo, la guerra dei vaccini – sostiene il presule – è una questione politica“.

(Foto: web)
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