Vittorio Veneto, la città piange il professor Aldo Toffoli: fu insegnante al Flaminio e sindaco dal 1965 al 1975

Un modello di politico, di cultura e umanità. Così era per tutti in città il professor Aldo Toffoli, morto improvvisamente ieri sera all’età di 89 anni in ospedale a Conegliano dove era ricoverato da nemmeno un giorno per un problema circolatorio.

È stato decisamente una figura di spicco della comunità vittoriese, dalla sua opera nel mondo della scuola, professore di italiano e latino al Liceo Flaminio, all’opera letteraria come autore di saggi e pubblicazioni culturali che hanno raccontato a più riprese la storia della città e non solo.

Per non parlare di quanto ha operato per Vittorio Veneto: fu prima consigliere comunale dal 1961 al 1965 nelle fila delle Democrazia Cristiana e poi sindaco dal 1965 al 1975, negli anni del boom economico e poi consigliere provinciale e assessore fino al 1980, e quindi consigliere regionale.

Tra i suoi incarichi anche quello di presidente della Comunità Montana e presidente del Rotary Club, mentre nell’ambito ecclesiale, era vero credente, è stato presidente diocesano dell’Azione Cattolica.

Il professor Toffoli era quello che si dice un vero pozzo di cultura, ironia e saggezza: sempre disponibile e prodigo di consigli, in casa teneva una vera e propria biblioteca con diverse migliaia di libri, e stava ancora lavorando a nuove pubblicazioni, come il completamento della letteratura vittoriese.

La sua scomparsa ha lasciato nel dolore il figlio Alessandro, collega del giornale settimanale diocesano L’Azione e collaboratore storico de La Tribuna di Treviso, la nuora Emilia, i nipoti Simone e Pietro e la sorella Marì.

Domenica 22 novembre alle 19.30 ci sarà la recita del Rosario nella chiesa di Serravalle. I funerali si terranno lunedì 23 alle 15 sempre nella chiesa di Serravalle.

“Se n’è andato un grande uomo – afferma commossa Francesca Meneghin, ex consigliere comunale e presidente delle ex Opere Pie ora Cesana Malanotti – che ho conosciuto fin da ragazzo, quando con la sua testa, la sua intelligenza è arrivato in alto, si è fatto da solo. Insieme a lui tra le altre cose l’intuizione di dare vita alla zona industriale, una sterzata nelle produzioni, mentre in quel periodo il settore tessile una volta florido stava scemando. Mancherà a tutti, ai politici, agli amministratori anche di questo tempo, anche ai giovani per l’esempio e quanto insegnato a generazioni”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: L’Azione).
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