Cerimonia solenne, stamane, nel Museo della Battaglia per lo scoprimento dei due pezzi d’artiglieria ristrutturati dall’esercito. Un momento preceduto dalla simbolica firma tra il Comune di Vittorio Veneto e la 132^ Brigata Ariete del protocollo d’intesa per il restauro di questi pezzi e di futuri altri.
Presenti nell’aula civica del Museo oltre ai padroni di casa, il sindaco Antonio Miatto e l’assessore alla cultura Antonella Uliana, il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, il questore di Treviso Vito Montaruli, il generale di corpo d’armata Roberto Perretti del Comando forze operative Nord e il generale Roberto Banci, comandante della 132^ Brigata corazzata Ariete, i cui uomini hanno realizzato l’intervento manutentivo. E poi numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche d’arma.


“Il legame delle Forze Armate con Vittorio Veneto è forte” ha testimoniato il generale Perretti con riferimento ai 60 anni di presenza in città del V Corpo d’Armata poi divenuto 1° Fod. Il generale ha confermato la disponibilità dell’esercito a nuovi intervenenti conservativi del patrimonio di armi della Grande Guerra conservate in questo museo così “da tenere vivo il valore di chi ci ha preceduto”.
Il comandante della Brigata Ariete si è detto “orgoglioso di questa attività, per aver lavorato con il Museo della Battaglia e aver dimostrato la professionalità del personale nello svolgere lavorazioni oggi non tipiche”.
L’intervento recente ha permesso di restituire al loro originario splendore i due pezzi d’artiglieria che fino al 2014 erano collocati sotto alla loggia del museo e a seguire all’ingresso, dove gli agenti atmosferici hanno lasciato il segno. Ora, restaurati, sono stati collocati all’interno della chiesetta di San Paoletto sede del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto.
“Si tratta di due pezzi di archeologia militare che ci vengono restituiti, due pezzi di assoluto valore storico – ha sottolineato l’assessore Uliana -, uno dei due è molto raro, visto che è uno dei pochi sopravvissuti dei 100 costruiti all’epoca”.
Si tratta di un Luftminewerfer M. 16. Uliana ha sottolineato la passione e la professionalità messa dai militari nel recuperare le due bombarde.
“Un meraviglioso intervento quello compiuto sulle due bombarde – ha dato atto il sindaco Miatto poco prima di procedere al loro scoprimento -. Grazie all’esercito che, sebbene non più presente fisicamente in città, continua ad esserlo spiritualmente”.
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