Vittorio Veneto, rincaro della bolletta dell’energia elettrica: il Comune taglia l’illuminazione stradale e quella su chiese e monumenti

Bolletta per l’energia elettrica che si prospetta in aumento – più 500 mila euro la stima – anche per il Comune di Vittorio Veneto. E allora scatta il piano di contenimento dei consumi, tagliando l’illuminazione stradale e riducendo quella sui monumenti.

Ieri giovedì ne hanno parlato giunta ed uffici comunali, definendo le prime azioni da mettere in atto.

“Si dovrà ridurre di un 50% l’illuminazione pubblica: dove è possibile ci sarà una lampadina accesa e una no, salvaguardando comunque la sicurezza dei cittadini e quella stradale” spiega il vicesindaco Gianluca Posocco, che ha la delega al bilancio. L’illuminazione pubblica nel 2021 aveva pesato per 350 mila euro sulle casse municipali. Altrettanto il Comune aveva speso per illuminare monumenti ed edifici pubblici, come scuole e palestre, e per far funzionare le pompe dell’acquedotto.

“Bisogna intervenire – conferma il sindaco Antonio Miatto con riferimento ai tagli dell’illuminazione -, altrimenti rimanendo fermi arriverà una mazzata da blocco delle opere pubbliche. Metteremo in atto delle azioni condivise con la giunta e gli uffici un po’ alla volta, sperando che nel frattempo i prezzi rientrino”.

Le prime azioni riguarderanno le strade. Il Comune ha circa 7 mila luci lungo la sua rete stradale, che è la più vasta della provincia essendo anche il Comune territorialmente più esteso, suddivise fra 110 linee. Dunque il lavoro sarà impegnativo. Bisognerà capire, anche in base alla datazione dell’impianto, dove sarà possibile spegnere in modo alternato le luci.

“Gran parte delle luci sono a sodio alta pressione, dunque consumano. Gli incroci stradali rimarranno ben illuminati, sulle vie meno frequentate interverremo. Sulle strade urbane dimezzeremo dove possibile le luci, su quelle extraurbane, come già avviene altrove, l’idea è che siano i soli fari delle auto a illuminarle. Stiamo calcolando dove spegnere” spiega il sindaco.

Altro capitolo importante sono i 23 monumenti illuminati, tra i quali il castello di San Martino, il caregon del diol, la torre di San Floriano, le fontane di piazza Borro e ai Frati, villa Papadopoli e le 13 chiese, incluso il santuario di Santa Augusta, tutti a carico della rete elettrica comunale.

“Ce ne sono tanti e con forti consumi, molti rimangono accesi tutta la notte – dice Miatto con riferimento ai fari che illuminano questi simboli e luoghi della città -. Molti sono monumenti di pertinenza religiosa e con un preventivo dialogo con la curia decideremo. La soluzione potrebbe essere di spegnerli a mezzanotte”. Quanto agli edifici comunali, dalle scuole alle palestre, l’invito sarà quello di spegnere le luci quando non necessarie.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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