Vittorio Veneto, rinnovo tombe e vendita di un terreno dividono il consiglio. Dus (Pd): “Tassati anche i morti”

Le modifiche al regolamento di edilizia cimiteriale e l’alienazione di circa mille metri quadrati di terreno lungo la ciclabile del Meschio hanno animato, martedì sera, il dibattito tra minoranza e maggioranza.

“Giunta e maggioranza tassano anche i morti” denuncia il capogruppo Pd Marco Dus con riferimento alle modifiche del regolamento di edilizia cimiteriale. Ieri sera il consigliere Giulio De Antoni (civica Dus) aveva proposto e chiesto di rinviare la delibera, così che l’argomento potesse essere affrontato con maggiori approfondimenti. Richiesta, messa ai voti, che è stata respinta dalla maggioranza.

Come ha illustrato l’assessore Ennio Antiga nel cimitero di Ceneda ci sono 61 tombe di famiglia, da 4 o 8 posti, la cui concessione quarantennale è scaduta nel 2015. Altre tre scadono quest’anno.

Ai proprietari o agli eredi, anche se al momento il Comune sta faticando a rintracciarli tanto che ha deciso di esternalizzare l’attività, viene chiesto per il rinnovo della concessione 16mila euro circa per la tomba da 8 posti, 8mila euro circa per quella da 4.

Con la modifica al regolamento, inoltre, il Comune darà ora la possibilità di poter inserire nelle tombe di famiglia, anche al raggiungimento dei posti, le urne cinerarie.

“La giunta leghista, non contenta di aver aumentato l’Imu ai vittoriesi, ora ha deciso di far pagare immediatamente anche  le tasse sui cimiteri – afferma Dus -. Non è stata infatti accolta la proposta delle minoranze di rivedere il regolamento e le tariffe per i servizi cimiteriali e la maggioranza ha deciso di procedere comunque chiedendo ai titolari delle concessioni per le tombe per sepolture di famiglia il pagamento di importi che vanno da 8.900 euro a 16.400 euro. Unica agevolazione pagare subito il 20% e il restante 80% con 24 rate mensili, oltre al saldo di quanto dovuto per gli anni in cui la concessione non è stata rinnovata, cioè 222 o 410 euro all’anno per 5 o 6 anni”.

Il regolamento con le modifiche messo ai voti è stato approvato a maggioranza. “I consiglieri di minoranza, tenuto conto anche della grave situazione economica conseguente al Covid, avevano proposto di interrompere i termini per la prescrizione per il pagamento di quanto dovuto per gli anni trascorsi e di modificare il regolamento sia per quanto riguarda le tariffe, che potrebbero anche essere diminuite, sia per quanto riguarda le modalità di pagamento” evidenzia Dus.

Altra questione che ha animato il dibattito in aula è stata l’alienazione di un’area di proprietà comunale, a suo tempo demaniale, lungo la ciclabile del Meschio a San Giacomo di Veglia. Posta a pochi metri dall’ex mulino Farina, l’area confina con un terreno recentemente acquistato e in cui sono state messe a dimora delle barbatelle. I proprietari del vigneto hanno manifestato al Comune la volontà di acquisire anche quei mille metri quadrati che, solo dopo l’acquisto del terreno un tempo a seminativo, hanno scoperto essere del comune (tanto che hanno già messo i pali in quest’area).

L’amministrazione ha valutato positivamente la richiesta. E si è attivata con la procedura. Il valore, 12,50 euro al metro quadrato, è stato condiviso con il Demanio. Per le minoranze, Pd, Rinascita Civica e civica Dus, quel prezzo è stato sottostimato.

“Il Comune ha acquistato un buco (l’ex rifugio antiaereo di villa Papadopoli) per 11mila euro” ha ricordato il consigliere Alessandro De Bastiani (Rinascita Civica) sottolineando la spesa sostenuta dell’ente. Altro paragone è arrivato dal consigliere De Antoni che ha ricordato come il Comune abbia pagato l’esproprio dei terreni in cui è stata fatta la nuova strada tra via Deganutti e via Cal Larga circa 150mila euro, quasi 29 euro al metro quadrato.

“Quando compriamo, compriamo a tanto – ha evidenziato De Antoni -, quando vendiamo lo facciamo a poco. Quella stima è contro l’interesse dell’ente”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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