Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pubblico ministero Daniela Brunetti ancora lo scorso 31 ottobre 2018 per l’ex direttore del Cesana Malanotti Claudio Ciciliot e l’imprenditore friulano Massimo Lorenzini, a seguito di anomalie di carattere amministrativo e contabile riscontrate, a cui seguì un esposto nel dicembre 2016 alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica per valutare in autonomia se ci fossero stati presupposti per procedere, sono arrivate le prime risposte.
Mentre a livello amministrativo si è in fase molto avanzata, la Procura sta approfondendo su alcuni episodi tra cui quello che vede coinvolti proprio l’ex direttore per cui il pubblico ministero del rinvio a giudizio accolto in toto dal Gup Gianluigi Zulian nell’udienza preliminare di ieri, in cui il Cesana Malanotti (nella foto) sarà parte civile. Secondo il pubblico ministero negli anni tra il 2012 e 2013 per la fornitura in noleggio per 48 mesi di carrelli terapeutici dotati di personal computer, procedura seguita dal segretario direttore, sarebbe stata messa in atto una turbativa d’asta da Ciciliot e Lorenzini. Alla gara erano state invitate sei ditte, ma alla fine cinque non risultavano interessate per non avere prodotti chiaramente in collegamento con la fornitura richiesta. Così l’unica ditta a presentarsi fu la Maxmedical di Lorenzini la quale “dopo l’aggiudicazione provvedeva a inviare all’Ipab una “proposta migliorativa di vendita diretta”, e senza indire altra gara ci fu una procedura per l’acquisto piuttosto che per il noleggio”, in tutto sette carrelli, tre per un importo di 54.117 euro e altri 4 per un importo di 67.561.
“Per mezzo di tali accorgimenti fraudolenti messi in atto già al momento della selezione dei soggetti economici da invitare, – recita l’atto di citazione – entrambi turbavano la libertà della pubblica procedura di scelta del contraente appaltatori, non effettuando una nuova procedura negoziata per l’acquisto dei carrelli al posto del loro noleggio”. Questa prima imputazione cui segue una seconda solo a carico di Claudio Ciciliot per falso: “Attestava falsamente nei due decreti di aver sentito il parere del responsabile dell’ufficio competente Roberto Paludetti, che avrebbe attestato la regolarità tecnico amministrativa dell’istruttoria”.
Ovviamente di tutt’altro tenore la tesi difensiva: “Abbiamo scelto – spiega l’avvocato Alessandro De Paoli del Foro di Pordenone – di non patteggiare o ricorrere a riti alternativi, ma di affrontare il processo e difenderci. Il 21 gennaio 2020 la prima udienza dibattimentale con testimoni e prove. Il reato contestato, il passaggio da noleggio all’acquisto, non ha prodotto alcun danno all’Ipab perché il prezzo d’acquisto è risultato alla fine inferiore a quello che sarebbe stato il noleggio.Vedremo. Ci difenderemo e respingiamo ogni accusa, anche l’ipotesi di accorgimenti fraudolenti non regge: le ditte invitate sono state scelte dagli uffici competenti dell’Ipab non dal mio assistito. Intendiamo dunque difenderci in modo pieno nel processo”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: www.cesanamalanotti.it)
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