Quante volte si sente che i giovani non fanno abbastanza? Tante, forse troppe volte. Fortunatamente, però, ci sono esempi in grado di confutare tale teoria: è il caso del gruppo vittoriese Viva la Vita, composto da una trentina di ragazzi, nato da un’idea del giovane Leonardo Da Rold (primo da sinistra nella foto sotto), presidente dell’associazione stessa. “Circa due anni fa, a seguito di un periodo di riflessione – ha spiegato Da Rold – sono giunto alla conclusione secondo cui è necessario cercare di prevenire le difficoltà e i problemi, derivanti da situazioni come le dipendenze da droghe, le cattive compagnie oppure l’isolamento personale”.
“Viva la Vita, quindi – ha proseguito Da Rold – nasce dalla volontà di creare dei momenti dove stare insieme, costruendo in gruppo qualcosa di saldo, come gli spettacoli teatrali che realizziamo, occasioni di svago e allo stesso tempo opportunità di raccontare le cose in maniera diretta. Non è così scontato e non è semplice per tutti parlare di sé e delle proprie difficoltà. Il tutto è nato grazie alla conoscenza con alcuni ragazzi delle scuole superiori a Vittorio Veneto, i quali prima hanno voluto realizzare uno spettacolo e da lì si è sviluppato il gruppo. Così facendo, ora studenti di classi differenti sono legati tra loro da una bella amicizia”.
Un racconto a cui Cinzia Dal Cin, docente e vice preside dell’istituto superiore “Vittorio Veneto-Città della Vittoria”, nonché referente del progetto Viva la Vita, ha aggiunto: “Dopo la conoscenza tra Da Rold e alcuni studenti, si è fatta strada l’idea di mettere in scena una storia di vita sul tema della tossicodipendenza. Successivamente è stata ideata la sceneggiatura, pensato uno spettacolo, scritti i testi di microscene. A maggio del 2016 lo spettacolo si è materializzato riscuotendo un discreto successo, dando inizio a una collaborazione che ancor oggi dura”.
“Lo scorso anno – ha proseguito Dal Cin – la tematica scelta è stata il bullismo. Nel giro di 6 mesi è stato allestito uno spettacolo fantasmagorico, ma anche realistico con protagonisti Leonardo Da Rold e Samanta Da Ros (seconda da destra nella foto sotto), le due anime dell’associazione, e il successo ha portato a fare varie repliche. È nata l’idea dell’associazione anche con il contributo di Giulia Negro (seconda da sinistra nella foto sotto), studentessa caparbia e impegnata. Abbiamo firmato una convenzione per tenere una costante collaborazione. Quest’anno il progetto continua con la selezione di un altro tema: la violenza sulle donne. Sicuramente il punto di forza di Viva la Vita è il gruppo che si è formato, fatto di ragazzi pieni di entusiasmo e desiderosi di fare esperienze di crescita personale, attraverso la scrittura e l’elaborazione di testi, la scelta di musiche, balletti. Il desiderio di stare insieme in modo costruttivo e l’idea di confezionare un prodotto utile per far riflettere i coetanei sono la molla che tiene unito il gruppo”.
“Sicuramente – ha spiegato Samanta Da Ros, vice presidente dell’associazione – fa più effetto dire le cose con uno spettacolo. Durante lo svolgimento delle attività ognuno ha la possibilità non solo di esprimersi, ma anche di sperimentare nuove esperienze, ad esempio quella di misurarsi con la recitazione. Siamo un gruppo di una fascia di età che va dai 14 fino ai 70 anni: tra noi c’è un socio fondatore che ci supporta e a cui siamo grati. Ciò che apprezziamo di lui è che si tratta di una presenza discreta, rispettosa del gruppo e per nulla invadente, anzi! Noi ci troviamo una oppure due volte alla settimana e questo socio non è presente a tutti i nostri incontri, ma ci fa da supporto in maniera positiva, credendo al nostro progetto, incoraggiandoci sempre e rendendosi disponibile per eventuali necessità di tipo pratico. Di fatto ci troviamo tra ragazzi. Poi ci sono altri associati tra i 30 e i 40 anni che ringraziamo”.
“Gli imprevisti a volte ci sono – ha continuato Da Ros – basti pensare al nostro ultimo spettacolo: proprio quel giorno Leonardo, il nostro presidente, si è ammalato e abbiamo dovuto improvvisare la presentazione e nessuno tra il pubblico ha sospettato che mancasse qualcosa. È bello trovarsi tra diverse età e ci integriamo bene. Tante volte mi rendo conto come molti, anche giovani, pensino solo a se stessi e magari riflettono in relazione ad alcune problematiche solo quando le vivono sulla propria pelle”.
L’entusiasmo di far parte di un gruppo con l’unica finalità di stare insieme, condividendo un’esperienza, trapela anche dalla voce di Giulia Negro, tesoriere di Viva la Vita: “Solitamente noi scegliamo un tema e da lì creiamo lo spettacolo teatrale. Ci divertiamo insieme e si presentano dei momenti in cui parliamo anche di tematiche sociali”.
“Ho visto un’evoluzione del mio carattere e della mia personalità – ha proseguito Negro – grazie a Viva la Vita: prima ero timida e stavo sempre in classe e mai avrei pensato di prendere parte a degli spettacoli teatrali. Ora sono addirittura diventata rappresentante dell’istituto in cui studio. Ci sono stati dei ragazzi che hanno iniziato a far parte del gruppo iscrivendosi al termine del nostro spettacolo di maggio, per poi recitare alla replica di dicembre. Una delle cose più difficili che si impara in queste occasioni è il sapersi confrontare, senza imporre nulla a nessuno, bensì cercando una soluzione comune con il sorriso e un atteggiamento incoraggiante e positivo”.
Parole che trovano conferma anche in Jessica, Yasmin, Alessia e Jessica, giovanissime componenti di Viva la Vita: “La parte più bella, secondo noi, è quella di essere coinvolti e abbiamo un bel ricordo delle prove di ballo, dove abbiamo imparato dei passi nuovi. Da subito abbiamo pensato che anche noi volevamo far parte di una cosa così bella e ci siamo trovate in un gruppo accogliente. In una cosa così ti senti utile: ti prendi un impegno per poi arrivare a un risultato”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Intervista video a cura di Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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